Apprese non solo l'italiano, George Byron, ma anche il veneto, e il suo "Beppo: A Venetian Story" è scritto in ottava rima, in inglese. Ed è dal Beppo che è tratta questa dichiarazione d'amore verso la lingua italiana. Ho provato a tradurla, ma senza renderla in ottava rima.
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Ne amo il linguaggio, quel morbido latino bastardo
Che si squaglia come i baci di una bocca femminile
Ha il suono del pennino che scrive sul raso
Con sillabe che alitano il dolce respiro del Sud
Come un liquido che scorre gentile senza mai inciampare
Tanto che non un solo accento sembra privo di grazia
Come il nostro aspro nordico fischio, il grugnito gutturale
che ci obbliga a sibilare, a bofonchiare e a sputare.
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I love the language, that soft bastard Latin,
Which melts like kisses from a female mouth,
And sounds as if it should be writ on satin,
With syllables which breathe of the sweet South,
And gentle liquids gliding all so pat in,
That not a single accent seems uncouth,
Like our harsh northern whistling, grunting guttural
Which we're oblig'd to hiss, and spit, and sputter all.