Ottime scusePoco prima di sparire sei venuto da me. "Sto scrivendo un romanzo, pensavo d'intitolarlo 'Ottime scuse'"Prima di andartene mi consegnasti un foglio di carta riciclata. C'era scritto pressapoco così:"Sono giorni che mi sveglio maleNel pieno di sogni che perdo subitonon riesco a trattenereDurante il giorno immagini nella mia mente,evito di rispondermi in certi casi.Quando torno a casa per non pensare accendo il televisore:c'è un uomo con suo figliosono in una spiaggiail bambino stringe la sabbia nel suo pugnoe mostra al padreche non riesce a trattenerla,ma suo padre è distrattoguarda il marealla ricerca di qualcosa, una vela in lontananza forse,ma non la trova: solo il calmo movimento delle ondedi un soleggiato pomeriggio invernale.Poi si volta verso suo figlioche stringe inutilmente il pungo,gli sorride, ma sembra mentire.
Sono una strada poco trafficata e piena di toppe
Un altro passo e saltiamo in ariaUn altro passo e saltiamo in ariaUn altro passo e saltiamo in aria"Poi non t'ho più visto.Assistetti da solo alla morte della mia generazione, ma non provavo rancore o disperazione o smarrimento.Sono stato a casa tua dopo la tua morte,ho cercato dappertutto i fogli dove lo scrivevi, ma non c'era niente; fra gli scaffali, dentro ogni armadio, perfino in cucina. Ma non c'era niente. Le audiocassette erano tutte vuote, eccetto una: riavvolsi il nastro e sentii il suono della tua chitarra. All'improvviso si distorceva e tu urlavi qualcosa, il suono della tua chitarra si distorceva e tu urlavi qualcosa, ma non si capiva cosa dicevi. Tu urlavi ma non si capiva cosa dicevi.[mi hai detto "è come se mi martellassero dal di dentro"; le vostre storie d'amore; le nostre cadute; siamo in mano a dei gerarchi nazisti?; aspirazioni da piccola borghesia invadono la nostra periferia; fai qualcosa, fai qualcosa per dio! Perché è già pronta la tua ottima scusa]