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Ottime scuse

Creato il 28 dicembre 2010 da Bekaghein
Mi viene in mente un pezzo nuovo dei Massimo Volume, dove ad un certo punto e per un certo motivo dice "la consapevolezza che la vita poteva essere tranquillamente rappresentata in un banale quadretto balneare". O una cosa del genere...adesso non ci sono cazzi di controllare.Più o meno sobrio ho recitato questa cosa qui sotto l'altra sera in un bar. Ringrazio, e non sarà mai abbastanza, i Sergio Ramos e Bruno che mi hanno accompagnato musicalmente, così le parole si son sentite meno bene. Io ne lascio testimonianza, perchè ogni tanto è giusto palesare la propria finta modestia. Ho appreso da Il cinema secondo Hitchcock di Francois Truffaut, che tale Louis Ferdinand Céline divideva le persone in due categorie, gli esibizionisti e i voyuers. Ahimè credo di essere fra i primi e di conservare tuttora la bramosia di essere fra i secondi

Ottime scusePoco prima di sparire sei venuto da me. "Sto scrivendo un romanzo, pensavo d'intitolarlo 'Ottime scuse'"Prima di andartene mi consegnasti un foglio di carta riciclata. C'era scritto pressapoco così:"Sono giorni che mi sveglio maleNel pieno di sogni che perdo subitonon riesco a trattenereDurante il giorno immagini nella mia mente,evito di rispondermi in certi casi.Quando torno a casa per non pensare accendo il televisore:c'è un uomo con suo figliosono in una spiaggiail bambino stringe la sabbia nel suo pugnoe mostra al padreche non riesce a trattenerla,ma suo padre è distrattoguarda il marealla ricerca di qualcosa, una vela in lontananza forse,ma non la trova: solo il calmo movimento delle ondedi un soleggiato pomeriggio invernale.Poi si volta verso suo figlioche stringe inutilmente il pungo,gli sorride, ma sembra mentire.
Sono una strada poco trafficata e piena di toppe
Un altro passo e saltiamo in ariaUn altro passo e saltiamo in ariaUn altro passo e saltiamo in aria"Poi non t'ho più visto.Assistetti da solo alla morte della mia generazione, ma non provavo rancore o disperazione o smarrimento.Sono stato a casa tua dopo la tua morte,ho cercato dappertutto i fogli dove lo scrivevi, ma non c'era niente; fra gli scaffali, dentro ogni armadio, perfino in cucina. Ma non c'era niente. Le audiocassette erano tutte vuote, eccetto una: riavvolsi il nastro e sentii il suono della tua chitarra. All'improvviso si distorceva e tu urlavi qualcosa, il suono della tua chitarra si distorceva e tu urlavi qualcosa, ma non si capiva cosa dicevi. Tu urlavi ma non si capiva cosa dicevi.[mi hai detto "è come se mi martellassero dal di dentro"; le vostre storie d'amore; le nostre cadute; siamo in mano a dei gerarchi nazisti?; aspirazioni da piccola borghesia invadono la nostra periferia; fai qualcosa, fai qualcosa per dio! Perché è già pronta la tua ottima scusa]

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