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Otto settembre: storie del Nord che si sposta a Sud

Creato il 11 settembre 2012 da Ilazzaro @Ilazzaro

 

Otto settembre: storie del Nord che si sposta a Sud

 

Bari, 8 settembre. Un popolo schietto, orgoglioso e mediterraneo ha deciso di riunirsi oltre le pagine virtuali di Facebook, per stringersi intorno a Pino Aprile ed incoronarlo leader di un nuovo meridionalismo. Altre, tuttavia, le scelte dell'autore di Terroni, che ha invece annunciato la nascita di un nuovo quotidiano del Sud.

Al di là delle decisioni di Aprile, quello che incuriosiva chi scrive, piuttosto, era osservare questo popolo in movimento. Che qualcuno ha definito "livoroso" e "carico di rabbia". "Capace di suscitare razzismo antisettentrionale".

Da queste premesse immaginavo,onestamente, gente che si esibiva in una triviale sequela di "vaffanculo", di dita medie alzate, di "padroni a casa nostra", di "via i polentoni che ci rubano il lavoro". Immaginavo roboante ed oroglioso l'inno di Paisiello (meraviglioso e solenne) su una distesa di gente in bermuda, calzino bianco ed elmi della Magna Grecia.

Non è successo. Forse davanti a questo si sarebbero voluti trovare i giornali del Mezzogiorno che hanno i genitori a Mezzanotte. Un modo per esemplificare la nascita di un gemello leghista...a sud. Ma non è stato così. 

Vincenzo, "affermato professionista in quel di Verona". Emigrato dal Sud. Con accento (e moglie) veneto esordisce: "mia moglie mi ha chiesto chi me lo facesse fare di farmi tutti questi chilometri per venire a Bari...ma è stata una scelta di cuore". La scelta di uno che, grazie alla professionalità dimostrata, non ha mai sentito su di sè il peso del razzismo e che pure ammette: la lega non può rappresentare il nord, la lega da fastidio a tanti settentrionali onesti e per nulla razzisti. Vincenzo lo fa per amore della sua terra. Perchè torni a rinascere. Senza astio, senza odio (con buona pace di chi dice che sono, che siamo, un movimento che instilla odio settentrionale).

Storie, quelle che si incontrarno a Bari, di emigrazione al contrario, come racconta Giovanni , 73 anni, nato a Torino "pè sbaglio". Uno di quelli che ha vissuto il senso della diversità sia al Nord che al Sud: quando stavo a Napoli venivo escluso perchè i miei compagni dicevano: "'o guaglione parla francese". A Torino era più semplicemente un "terrone".

Anche lui a Bari, per un Sud che sia inclusivo e non esclusivo, quel Sud che ha nel Dna il senso dell'accoglienza. Insomma, a Bari, niente cappi sventolati al cospetto di Pino Aprile, nè elmi cornuti o europarlamentari che tra una birra ed un rutto producevano cori dal cattivo olezzo razzista.

Ma gente comune che si è mossa, macinando chilometri, per il risveglio di una nuova coscienza."Gente ordinaria è capace di cose straordinarie"...


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