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Una volta letta la trama di Outcast la prima reazione è quella di prendere il film e gettarlo nella spazzatura. Infatti lo recuperai qualche tempo fa solo per fare le prove di connessione della mia chiavetta internet e mai e poi mai, mi sarei aspettato di trovarmi tra le mani un'opera così soprprendente. In una situazione normale e che mi si addica, avrei tranquillamente associato questa pellicola alla nuova fanghiglia pseudo-horror che si annida nei nostri cinema, librerie e serie televisive da almeno dieci anni. E sì, mi riferisco proprio alle saghe fighetto-vampiro-emo-social di Twilight, Cappuccetto rosso sangue, Io sono il numero quattro, True Blood, etc, etc, etc. Quando l'adolescenza si riduce a vicende insulse, smielate, grottesche e infighettate fino al collo, col solo scopo di vendere quantità merce di pessima qualità facendola passare per nuovi cult. Ok, ok, fermo qui lo sfogo, non vi preoccupate.
Outcast è un pugno nello stomaco a tutte le vicendo finto-horror che stiamo vedendo in questo periodo. La storia inizia in luoghi orribilmente deturpati dal cemento e dalla civiltà. Una rappresentazione molto simile a quella di "Linkeroever" con palazzoni grigi a rappresentare una nuova foresta e nuove caverne costruite con mattoni e cemento. Anche in questo caso, come in Wake Wood, siamo in un'Irlanda sconosciuta e misteriosa e sganciata da ogni stereotipo. Tutto splendidamente condito da personaggi fuori dai canoni e molto spettacolari. Se in Harry Potter la magia è proprietà di un limitato numero di individui completamente chiusi in una società privilegiata, in Outcast questo potere è quasi una malattia che si nasconde magistralmente in persone comuni e che fanno parte di una casta bassissima. Tanto è che i dominatori di questa virtù sono zingari, barboni, reietti e delinquenti di vario genere. La magia non è fine a se stessa ed ogni incantesimo deve essere faticosamente sostenuto da riti costituiti da oggetti di uso quotidiano come scatole del latte e bicchieri che rimpiazzano gli alambicchi, mentre scarafaggi da appartamento prendono il posto delle lingue di drago. Fantastico il rito della morte degli uccelli preveggenti. Da non perdere la battaglia ESP tra Cathal e Mary.
Tutto il film si svolge nei posti peggiori e la belva che perseguita Mary e Fergal rimane ben nascosta nei meandri dello squallido quartiere. La pellicola dovrebbe prendere la svolta "a la Twilight" quando entra in scena la bellissima Petronella che per togliere ogni dubbio sulla voglia di rompere gli stereotipi, è un mix tra un'indiana Siuox e una francesina. Se Kirsten Stewart fa la ridicola parte dell'adolescente indifesa, Petronella è sexy e forte e la morbosità che suscita è spesso imbarazzante. Le minigonne svolazzanti e sempre al limite della decenza possono rendere l'idea. L'amore che sboccia tra Petronella e Fergal è quello che deve succedere in una giovane coppia: i sensi e il sesso prevalgono sui sentimenti. E' così, ma vaglielo a spiegare alla Meyer!
E così vediamo che al posto di romantici baci ci sono sensualissimi strusciamenti, ammiccamenti e mastrurbazioni adolescenziali. Il culmine di questo rapporto "normale" sarà la svolta del film.
Il regista Colm McCarthy è alla sua opera prima dopo una marea di televisione. La regia è ottima e spesso gioca con le inquadrature dall'alto e con la telecamera a mano per dare un senso di realismo a tutto lo script. La sceneggiatura manca ogni tanto di linearità ma il punto forte è il racconto che è pieno, caldo e molto sentito. Diciamo che in ogni istante ci si può aspettare una svolta proprio per la completa originalità della storia. Pochi effetti speciali ma ben dosati e la belva non deluderà i puristi del "mostro".
Il cast è quasi perfetto. La strega Mary (Kate Dickie) è il personaggio meglio interpretato e vi assicuro che che questa attrice è tanto in parte che meriterebbe un premio. C'è anche il bravissimo "George Clooney" Irlandese, James Nesbitt. La maglia nera, purtroppo, va al giovane ed emissimo Fergal (Niall Bruton) che non sembra prendere troppo sul serio il suo ruolo. Rimane la bella e brava Hanna Stanbridge, di cui mi sono innamorato e quindi sarei troppo di parte...
Outcast è un ottimo film per chi ama il fantasy e le leggende dei Druidi e delle loro Rune. E' buonissimo per chi cerca un teen-horror completamente fuori dagli schemi. E' totalmente perfetto per chi pensa che Twilight sia l'unico modo cool di mescolare horror e amore.
Il finale di una fiaba lo conosciamo tutti: ...e vissero felici e contenti. Ma Outcast, vi ho detto, non è una fiaba, è un incubo, e gli incubi finiscono con un brutto risveglio.
Buona notte bambini e sogni d'oro.
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