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E' in questa forma che Outcast vede la luce in Italia con la differenza rispetto a quel che succedeva per TWD che quest'ultima fatica di Kirkman e del disegnatore Paul Azaceta è stata in origine realizzata a colori. Ormai sono diversi anni che le case editrici sperimentano con formati, foliazione, colori e bianco e nero per ritagliarsi un posto al sole nell'affollata realtà dell'editoria a fumetti italiana. Il mio gusto personale, pur avallando il formato bonellide in bianco e nero se economico, si è orientato come preferenza verso le scelte intraprese per molte testate dall'editoriale Cosmo che riesce a mantenere costi bassi e proporre il materiale in edizioni molto simili all'originale.
Se però deve essere bianco e nero, bianco e nero sia. L'opera in esame non risente della perdita del colore in maniera eccessiva e rimane leggibile ed evocativa al punto giusto (se non in misura ancora maggiore), in alcune scene particolarmente buie avrei visto bene un alleggerimento dei grigi o una loro totale rimozione che avrebbe reso maggior giustizia alle matite di Azaceta a discapito forse di un po' di atmosfera. In rete si trovano le tavole sia in versione colorata che in b/n desaturato o in scala di grigi, a voi il giudizio finale.
Detto questo magari qualcuno si chiederà anche cosa può trovare di interessante dentro a questo fumetto. Kyle Barnes vive in preda a dolore e depressione in una sorta di isolamento forzato dal quale solo la sua sorella adottiva Megan tenta di farlo uscire. All'origine della situazione di Kyle un terribile fatto sepolto nel passato che ha portato il protagonista a essere accusato di aver brutalmente picchiato sua moglie e la sua piccola bambina. In realtà non tutto è così semplice perché nella provincia del West Virginia si nascondono storie di possessione demoniaca nelle quali Kyle Barnes sembra avere una parte centrale. Quello che sembrava sepolto nel passato ritorna e a farne le spese questa volta sarà il giovane Joshua Austin.
Nelle intenzioni di Kirkman c'è quella di tornare all'orrore privato, alla minaccia strisciante che può coglierti da vicino in maniera subdola spingendo su uno degli argomenti più inquietanti di tutto il filone horror: la possessione demoniaca. Nei primi due episodi, ovviamente introduttivi, lo scrittore inizia già a imbastire una trama con diversi personaggi, relazioni interpersonali, flashback e piani temporali alternati introducendo alcuni misteri, personaggi ambigui e momenti emotivamente forti. E l'impressione è comunque che Kirkman si stia solo scaldando. La trama è ben pensata e induce a proseguire la lettura, il tratto di Azaceta, anche privato del colore, risulta ottimo per atmosfere di questo tipo, forse un poco pesante in alcune tavole l'uso dei grigi scuri e magari si potrebbe sentire un po' la mancanza del rosso sangue. Comunque dettagli che non precludono la possibilità di godere appieno dell'ultimo lavoro di casa Skybound.
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