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Outlast: Whistleblower – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 31/05/2014

Cover Outlast

PC - PS4 TESTATO SU
PC

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: Red Barrels

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 1

Data di uscita: 04/09/2013

VISITA LA SCHEDA DI Outlast

Pro-1Ottimi miglioramenti a tutti i comparti tecnici Contro-1Nuovo DLC all'orizzonte?

Pro-2Trama finalmente approfondita... Contro-2... Ma che potrebbe non bastare ai più esigenti

Pro-3Ottimo prezzo per un ottimo add-on

Sono passati diversi mesi da quando vi abbiamo parlato di Outlast, il survival horror di Red Barrels. All’epoca il titolo ci era sembrato più che degno, un horror che si era saputo distinguere, grazie soprattutto ad una trama e un’atmosfera che seppur altalenanti in alcuni frangenti, erano riuscite a rendere alla perfezione il giusto clima di tensione che serviva al titolo. Dopo diverso tempo dal primo annuncio, i ragazzi di Red Barrels hanno reso disponibile tramite download digitale la prima espansione.

Whistleblower è però qualcosa che va oltre i soliti DLC, un add-on che riesce a sopperire alle lievi mancanze del gioco originale, grazie ad un lavoro attento da parte degli sviluppatori che hanno teso le orecchie verso i suggerimenti dei fan. Chi come noi ha finito la trama principale di Outlast sarà rimasto senza ombra di dubbio scioccato dal finale, tipico di una storia dell’orrore, e che proprio per questo rendeva il gioco aperto a un seguito. Ma perché limitarsi a questo, visto che proprio durante la corsa finale per uscire dal manicomio di  Mount Massive ci vennero date nuove informazioni riguardanti ciò che era successo prima dei fatti vissuti in Outlast? Evidentemente gli sviluppatori devono aver pensato che creare un seguito doveva essere cosa troppo scontata, quindi si sono dedicati a spiegare, in parte, ciò che è successo prima di quei momenti di panico che abbiamo avuto il piacere di vivere in quel di Mount Massive.

Outlast Whistleblower

L’INFORMATORE

Outlast: Whistleblower racconta i fatti dello sciagurato Waylon Park, programmatore che lavora per la società Murkoff Corporation, che da qualche tempo presta servizio proprio a Mount Massive. L’inizio della nostra disavventura è paragonabile alla caduta di Alice nella tana del Bianconiglio, sfrecciando da zero a cento in poco meno di qualche secondo, rendendo tutto l’incipit dell’avventura qualcosa da afferrare al volo e che non vuole lasciar il tempo al protagonista, e soprattutto al giocatore, di rendersi effettivamente conto in che guaio si sta cacciando. Se avete giocato Outlast rammenterete senza dubbio l’inizio del gioco, dove il giornalista Miles Upshur, si recava nel manicomio che gli era stato indicato da una mail, che lo informava di atti atroci che si stavano compiendo in quel posto. Ebbene, le disavventure del nostro Mr. Park cominciano proprio quando lo stesso scrive ed invia la mail all’ignaro giornalista. Quasi colto sul fatto e richiamato al lavoro, Mr. Park comincia un breve tour dei corridoi celati nelle fondamenta del manicomio. Nonostante si tratti di una sezione breve e stranamente serena, la tensione che il protagonista e i cupi anfratti delle gallerie asettiche ci donano, rendono tutto estremamente reale, facendoci provare una sensazione di disagio. In tutto questo, il titolo riesce alla perfezione, ma ci arriveremo dopo, dopo che il protagonista, con il nostro aiuto, darà il via ad una catena di eventi catastrofici in grado di capovolgere le sorti del personale medico, delle guardie e dei programmatori che coabitano nel Mount Massive.

Terminata la breve introduzione che ci vedrà protagonisti di una rivolta involontaria da parte dei pazzi del manicomio, entreremo in possesso della nostra amata telecamera ad infrarossi, facendo la conoscenza di uno dei nostri più tremendi nemici che proprio nel finale di Outlast ci aveva turbato più di tutti. Già ad un primo sguardo, la trama che tenta di coinvolgere il giocatore in questo DLC si discosta in modo considerevole da quanto aveva fatto Outlast in passato, qui le spiegazioni della storia non sono totalmente necessarie, perché saremo noi stessi a plasmarla. Un ottimo miglioramento che rende l’intera avventura qualcosa di nuovo e coinvolgente e ci fa cogliere, se avremo occhio ed orecchio per vedere ed ascoltare, nuove sfumature che rendono ancora più tremende le vicende del manicomio. Se pensavate che quelli di Red Barrels avessero creato una sorta di spin-off da aggiungere ad un titolo che già era stato in grado di dare molto, vi sbagliate di grosso. Outlast: Whistleblower è un nuovo inizio, un punto da cui gli sviluppatori sono ripartiti per riuscire a dare di più in termini di resa grafica, stilistica, gameplay e trama. Un miglioramento che senza dubbio è stato notato, soprattutto nelle ambientazioni oltre che nella trama. Ora le stesse stanze e i medesimi corridoi visitati un tempo sono ancora più oscuri e vissuti e questo è sicuramente un punto a favore dell’orrore, infatti l’utilizzo della telecamera ad infrarossi si rende ancora più necessario, e spesso vi capiterà di rimanere a secco di batterie, complici i labirintici corridoi del manicomio, più intricati e ampi che mai. L’esplorazione è parte fondamentale dell’esperienza, che rende questo DLC ancora più survival del rilascio base, le stanze buie del Mount Massive sono quasi sempre abitate da pazzi psicotici vogliosi di carne, e i momenti scriptati sono presenti in maggior numero, ma mai troppo scontati o eccessivi.

Ottimo anche il lavoro sui poligoni che compongono i nemici e i PNG in generale, il dettaglio grafico delle animazioni e dei volti sembra aver fatto un salto in avanti, facendoci dimenticare quei corpi “plasticosi” che in Outlast ci davano la caccia. Infine, sembra che gli sviluppatori abbiano concentrato il massimo dei loro sforzi negli effetti acustici del prodotto, ora più realistici di prima, e chi ha giocato Outlast fino alla fine sa che il comparto sonoro era già ad un ottimo livello.

Outlast: Whistleblower – Recensione IN CONCLUSIONE
Whistleblower è un ottimo DLC, un'aggiunta più che gradita che ci fa percorrere una nuova ed emozionante disavventura. Siamo stati "felici" di ritornare a Mount Massive, cosa che probabilmente la scarsa rigiocabilità di Outlast non ci avrebbe consentito. I miglioramenti tecnici sono più che evidenti anche da un occhio inesperto, ma quando, dopo le quattro ore di gioco, avrete terminato nuovamente la vostra avventura, sono varie le domande senza risposta e questo senso di incompletezza vi resterà nelle ossa. Il finale di Whistleblower chiude indubbiamente un cerchio narrativo adeguatamente approfondito, ma non basta ancora. Che ci sia l'ombra di un nuovo DLC all'orizzonte? Non lo sappiamo, speriamo solo che se in futuro dovessimo tornare a percorrere i corridoi oscuri del Massive Asylum gli sviluppatori non si perdano in un bicchiere d'acqua. ZVOTO 8
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