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Outrage – Takeshi Kitano

Creato il 25 settembre 2012 da Maxscorda @MaxScorda

25 settembre 2012 Lascia un commento

Outrage
Kitano con "Outrage" torna a fare film sulla yakuza. Sorprendente? Moltissimo conoscendo il regista, i suoi trascorsi, le sue parole, le sue promesse e il personaggio nel complesso. Dopo "Brothers" giuro’ e spergiuro’ che mai piu’ avrebbe fatto film sulla yakuza, scelta coraggiosa ma obbligata per un estroso come Kitano che difficilmente si puo’ rinchiudere in una gabbia per quanto dalle sbarre dorate. Scelta d’orgoglio quindi, come fosse troppo facile il successo restando nel cliché ma qualcosa e’ andato storto e parer mio, l’errore del regista e’ stata di aver sopravvalutato il suo pubblico ritenendo forse che la sua arte potesse essere sufficiente a garantire il giusto successo. 
Lunghi anni sbagliando un film dietro l’altro, incapace di comprendere cosa non stesse funzionando, ripiegando su pittura e scrittura, ironizzando amaramente con "Glory to the filmmaker!" e "Takeshis’", gettando la spugna con "Achille e la tartaruga" e infine la resa con "Outrage".
Non e’ questione di bello o brutto ma la pellicola e’ l’inizio di un nuovo capitolo e a occhio, un boccone amaro per Kitano. Storia di yakuza, violenza e denaro, guerra senza quartiere per conquistare territori e nuovi mercati del crimine. Tutto qui e intendo dire che non offre chissa’ quali emozioni ed innovazioni.
Lui resta una maschera sublime, sempre piu’ stilizzata e riconoscibile, consapevole oramai e non piu’ rassegnata ed e’ difficile leggervi altri sentimenti. E’ una regola per l’attore firmarsi Beat, alter ego dei bei tempi andati, lasciando Kitano come regista ma la dicotomia questa volta ha il sapore di divorzio, di separazione.
Se piace il genere, piacera’ anche questo ma non brilla di originalita’ e gia’ nel suo DNA con l’intenzione dichiarata di puro entertainment, pare che Beat Takeshi abbia voluto dare al suo pubblico cio’ che voleva, niente di piu’, niente di meno, dichiarata resa verso coloro che, incapace di comprenderlo, s’ostinavano nel domandare una visione univoca di cinema per lui superata ma per lo spettatore no.

Scheda IMDB


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