Ovazione per Walter Veltroni non perché se ne va, ma perché forse ha compreso responsabilmente che può essere a disposizione delle nuove generazioni in modo diverso e più credibile.
Lo fa nel giorno del compleanno del PD che più di ogni altro ha contribuito a creare e su cui però pesano tante responsabilità per l’avere ceduto alle correnti e avere lasciato sul più bello. Lasciato a quelli che rimpiangono il PDS e forse il PCI, per lo meno nei metodi.
Come dicono in molti anche lui sta al non so qualche numero di mandato parlamentare, con una parentesi da sindaco non del tutto opinabile. Discutibile in alcune logiche (non ho mai risparmiato critiche al modello Roma di Veltroni e Bettini), ma almeno una logica ce l’aveva, soprattutto confrontata con il disastro Alemanno.
Un’ovazione però perché se ne va nel momento in cui D’Alema invece non se va più (pappapero) per far dispetto (infantile) al ragazzo di Firenze e si aspetta un seggio ed anche un ministero.
Insomma, contestualizzando: bravo Uòlter.