Gli astrobiologi si accontentano di trovare microbi e forme di vita unicellulari. Gli esobiologi, no: sperano di trovare le prove dell’esistenza di creature aliene dotate di intelligenza e tecnologia. “L’esobiologia è un campo speculativo che considera la possibilità della vita extraterrestre e la sua natura. Se le varie testimonianze di incontri ravvicinati con esseri di altri mondi avvenuti qui sulla Terra dovessero trovare inconfutabili conferme scientifiche, dovremmo riscrivere non solo i libri di storia, ma anche quelli di biologia“, conferma il ricercatore Pablo Ayo.
LO SCRITTORE E RICERCATORE PABLO AYO
Nella sua lunga attività- costellata da molte apparizioni tv, innumerevoli articoli e libri di successo come “Alien Report” e “La Grande Onda”- Ayo ha avuto modo di studiare centinaia di video e filmati che attesterebbero la presenza nei nostri cieli di ospiti non invitati. Ufo- dai classici dischi volanti ad astronavi dalle forme eteree- che talora sfuggono a qualsiasi spiegazione logica. Ma se davvero provengono da altri mondi, magari lontani da noi centinaia di anni luce, i loro costruttori devono possedere una tecnologia molto evoluta per percorrere quelle enormi distanze siderali. Una tecnologia che farebbe gola ai nostri scienziati…
“La NASA da tempo studia una possibile propulsione capace di accorciare i tempi lunghissimi dei viaggi spaziali”, spiega lo scrittore. “Dopo l’idea del Progetto 242 di Carlo Rubbia, basato su di un motore nucleare, l’idea più avveniristica – ma anche la più convincente – sembra quella proposta dal fisico messicano Miguel Alcubierre, il famoso Alcubierre Drive. Si tratta di un motore che baserebbe il suo sistema propulsivo sulla soluzione dell’equazione di campo di Einstein nella relatività generale, cioè vale a dire che l’astronave si muoverebbe contraendo lo spazio-tempo che ha di fronte ed espandendo quello dietro di sé.”
Già complicato a dirlo, figuriamoci a realizzarlo… “Infatti. Il problema dell’equazione di Alcubierre è che, per ottenere tale deformazione spazio-tempo, servirebbe una fonte di “energia negativa” attualmente sconosciuta, magari emanata naturalmente da un cosiddetto “materiale esotico” che per la scienza non esiste. Anni fa Bob Lazar, un fisico che lavorò per diversi mesi nella famigerata Area 51, affermò che l’esercito americano era in possesso di dischi volanti di origine aliena precipitati e che a fungere da “benzina” di questi Ufo era proprio un elemento teoricamente inesistente, che allora venne battezzato Elemento 115 o Ununpentium. “
IL MODELLO DEL COSIDDETTO "ALCUBIERRE DRIVE"
Questo materiale metallico iperdenso avrebbe avuto la capacità di emanare un campo magnetico talmente forte che, con opportune modifiche, era in grado di ripiegare lo spazio-tempo. Va da sè che nessuno ha mai potuto verificare le affermazioni di Lazar, una figura controversa e molto discussa anche tra gli stessi ufologi. E ad oggi, la curvatura dello spazio-tempo e il warp drive sembrano possibili sono nei film di fantascienza. Startrek docet…
“È vero, ma non dimentichiamo che la fantascienza, ai tempi di Jules Verne, veniva guardata con rispetto: era foriera di idee e concetti che poi la scienza avrebbe preso in prestito, come raggiungere la Luna tramite il lancio di un missile balistico o esplorare i fondali marini con un sottomarino. Non a caso una volta la fantascienza veniva definita “narrativa di anticipazione” perché spesso anticipava le scoperte scientifiche”, dice Ayo, tra gli ospiti più attesi del 1° Meeting Internazionale di Esobiologia che si terrà il 28 e il 29 settembre a Segrate, alle porte di Milano.
PABLO AYO SARÀ OSPITE DEL MEETING DI SEGRATE (MI) IL 28 E 29 SETTEMBRE
“Il 90% degli scienziati si limita a seguire i binari posti da altri”, continua. “I geni, i pionieri, sono coloro che tracciano piste nuove, che battono sentieri impervi e rischiano, se sentono di avere ragione. La fantascienza è libera da dogmi e pastoie cattedratiche, svincolata dalla necessità di dover dimostrare empiricamente la realizzabilità di un progetto: essa semplicemente esplora l’impossibile, o magari anche solo l’improbabile, senza indossare “giacca e cravatta”, e spesso con questo atteggiamento mentale si scoprono molte più cose che camminando rasente ai muri per timore di perdere il contatto con la concretezza. Sono la fantasia e l’istinto ad indicarci la strada. E la fantascienza lo ha fatto da sempre.”
Fantasiosi, non c’è che dire, sono anche molti utenti del web che inondano la rete di “bufale” ufologiche: filmati postprodotti con effetti speciali degni di Hollywood, grazie a software di grafica che rendono credibile l’incredibile. Come distinguere questa valanga di falsi dalle immagini potenzialmente vere? Pablo Ayo, docente di informatica oltre che ufologo, ci svela qualche trucco per smascherare, a prima vista, gli impostori.
“Ci sono molte tecniche. Però ancora prima di salvare i filmati sull’hard disk e di analizzarli con i vari programmi, io guardo la luce- se è naturale o artefatta- e vedo come i testimoni inquadrati reagiscono agli eventi- se mi sembrano spontanei o no. Nella maggior parte dei filmati veri, ad esempio, la gente sussurra, non grida quasi mai. Come se fosse pervasa da quel sacro senso di rispetto e di timore che si prova in chiesa. Non fanno le scenette da film americano che si vedono in certi falsi.
E poi è importante anche come l’operatore inquadra la scena: se sta riprendendo un Ufo e poi, ad esempio, sposta la telecamera sulla destra senza motivo e di colpo l’oggetto si muove proprio verso destra, ti devi chiedere come mai l’operatore abbia previsto quel movimento. Oppure insospettisce la qualità delle immagini, se è troppo buona e ravvicinata. Ma soprattutto si studia quanto più possibile chi ha girato le immagini: se l’autore è sotto finto nome o addirittura rimane anonimo, è molto probabile che il video sia falso. Così come spesso guardando la biografia di certi autori di video Ufo si scopre che lavorano per la tv e sono esperti di effetti speciali: ovviamente il caso diventa molto dubbio.”
LA CLASSICA RAFFIGURAZIONE DI UN ALIENO GRIGIO