Chiariamolo subito: Pacific Rim è un ottimo film, di certo il miglior action uscito quest’anno, e a mio avviso uno dei migliori di sempre. Un film che, pur con tutti i suoi difetti, distrugge e ricostruisce i monster movies del passato e con cui, volenti o nolenti, dovranno fare i conti tutte le pellicole prossime venture. Ma occorre una precisazione, perché Pacific Rim non è solo un film action: è un action cafone. Già, perché esistono due grandi categorie di action: quelli che si prendono sul serio e che sotto la scorza nascondono (o quantomeno vorrebbero nascondere) messaggi più o meno profondi (District 9, Deep Impact, Cloverfield…) e quelli che invece delle morali se ne sbattono altamente e che, al contrario, sono più interessati a portare su schermo due ore di sano divertimento, con risultati più o meno decenti (la serie diDie Hard, Indipendence Day, Armageddon, Transformers…). E attenzione: non si faccia l’errore di pensare che i film cafoni siano per impostazione meno nobili dei primi. Realizzare un film cafone di qualità, tale da divertirti per due ore senza (quasi) mai cadere nel ridicolo è difficilissimo.
Ma del Toro con questa pellicola riesce nell’obiettivo, confermandosi uno dei pochi registi a non sbagliare un colpo, pur passando in continuazione da un genere all’altro. E non solo Pacific Rim diverte lo spettatore, ma lo esalta attraverso una serie continua di citazioni e personaggi tanto stereotipati quanto funzionali alla trama (per intenderci, questi due tamarri dai capelli ossigenati sono i piloti russi:http://blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2013/07/cherno-alpha-pilots.png). Ecco, credo sia questo il bello di Pacific Rim: il riuscire a soddisfare appieno tanto lo spettatore a digiuno di manga e anime giapponesi, tanto l’otaku di turno (non a caso i commenti più entusiasti al film sono arrivati proprio dai maestri dell’animazione giapponese, a partire da Yoshiyuki Sadamoto e Go Nagai). Del Toro è riuscito infatti a inserire nel suo film un numero immane di citazioni, senza però che nessuna risulti né troppo leziosa né forzata. Basti pensare alla rivisitazione delle mosse dei robot (dal Rocket Punch di Mazinger ai raggi gamma di Jeeg, passando per i vari colpi segreti che partono dal petto, come il misconosciuto raggio antigravità di Goldrake), o alla sottilissima doppia citazione (beh, una non è che sia proprio sottile a dire il vero…) del re indiscusso dei Mecha moderni, Neon Genesis Evangelion, e di quel capolavoro del trash che risponde al nome di Robot Jox (chi se lo ricorda?).
Alla fine, quello che conta è che Pacific Rim mantine appieno quanto promesso.
Combattimenti su mare, terra e aria tra robot giganti e mostri altrettanto giganti? Check.
Dialoghi sopra le righe e battute da real badass? Check.
La scena della petroliera usata a mo’ di spada vista nel trailer? Check, ed è pure molto ma molto più figa di quanto mi aspettassi.
Ron Perlman che ci regala l’ennesima ottima interpretazione? Check. E a proposito, voglio un film solo sul suo personaggio: http://spinoff.comicbookresources.com/wp-content/uploads/2013/07/ron-perlman-pacific-rim8.jpg
Insomma, Pacific Rim mantiene appieno quanto promesso, e anzi regala allo spettatore pure qualcosina di più (anche se bisogna ammettere che il finale è scopiazzato da un altro film che non citerò per ovvi motivi). È vero: non sono uscito dal cinema con una nuova visione del mondo o colmo di chissà quale rivelazione filosofica. Però cavolo se mi sono divertito per due ore e mezza!
PS: Nonostante il sottoscritto odi il 3D, nonostante la sala non full digital e nonostante lo schermo minuscolo, devo dire che la stereoscopia di Pacific Rim è veramente ottima.
PPS: Se ve lo steste chiedendo, la risposta è no, nel film non compare nessuno robot dell’Unione Europea. Il che forse è un bene, visto l’alto tasso di stereotipi diPacific Rim. Probabilmente ne sarebbe saltato fuori un mecha chiamato Merkel’s Pride con la coppola in testa e che spara torri Eiffel e Big Bang dalle braccia. Sono invece rimasto deluso dalla mancata presenza del robot giapponese (Coyote Tango), che eppure compare nei cartonati e nei poster del film.
PPPS: Purtroppo la versione italiana ha una pecca rispetto a quella a stelle e strisce: manca la voce di Glados.
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