Magazine Cinema
di Guillermo Del Toro (USA, 2013)
con Charlie Hunnam, Rinko Kikuchi, Idris Elba, Ron Perlman, Charlie Day
VOTO: ***/5
In un futuro non troppo lontano, la Terra è minacciata da mostruosi alieni di sembianze animalesche che non desiderano altro che colonizzare il nostro mondo. Per fronteggiare il pericolo, le grandi potenze del pianeta si coalizzano tra loro formando un Governo di Crisi Mondiale con poteri assoluti in uno stato di guerra perenne. La guerra viene così usata come strumento di propaganda: chi entra nell'esercito godrà di privilegi immensi e prestigio quasi divino, le persone 'normali' invece faranno la fame. Con tanti saluti alla democrazia.
Questa potrebbe essere tranquillamente la trama di Pacific Rim, l'ultimo film di Guillermo Del Toro che andremo a recensire di qui a qualche riga più sotto. In realtà però ai nostri lettori più navigati non sfuggirà che questa sinossi è praticamente identica a quella di una pellicola datata 1997 e firmata da un 'mago' della fantascienza come Paul Verehoven: il suo film si chiamava Starship Troopers, e chi scrive ne rimase talmente affascinato da considerarlo una delle pietre miliari della fantascienza moderna. Diciamo che se tra cinque, dieci, venti o cinquant'anni dovessimo fare una classifica dei dieci film più belli di sci-fi, un posto per Starship Troopers lo troveremmo sempre...
Tutto ciò per dire che, insomma, l'originalità non è certo il maggior pregio di questo Pacific Rim, giocattolone sofisticato e iper-tecnologico con cui il suo regista Guillermo Del Toro cerca di riguadagnare posizioni nel gotha di Hollywood dopo il brutto flop di Hellboy-The Golden Army. Operazione tutto sommato riuscita, se si prende il film per quello che è: vale a dire, appunto, un'operazione di puro e semplice intrattenimento ad alto tasso spettacolare, ben costruita e nemmeno troppo stupida (anzi, per certi versi molto più intelligente della media di questi prodotti). Un film avvincente, roboante, stracarico di effetti speciali (usati per fortuna nel modo giusto) e capace di esaltare lo spettatore con una formula sempre vincente (anche questa da 'usato sicuro'): l'eterna lotta tra uomini e alieni, che qui si combattono senza esclusione di colpi e con l'aiuto delle Macchine: per fronteggiare i mostruosi Kajiu, infatti, gli umani costruiscono giganteschi robot (chiamati Jaeger) armati dalla testa ai piedi e comandati da due piloti in interconnessione mentale tra loro. E saranno davvero botte da orbi!
Pacific Rim è un filmone un po' ingenuo, stereotipato, ma che innegabilmente funziona: e non era affatto scontato per una pellicola la cui durata sfora abbondantemente le due ore, che però trascorrono senza respiro e senza che si guardi una sola volta l'orologio. Certo, non ha il sarcasmo graffiante e la netta critica sociale e politica di Starship Troopers (solo pochi accenni alla condanna dei totalitarismi e all'unità dei popoli per un fine comune), ma si capisce subito che è un prodotto ben diverso dai blockbuster fracassoni e senz'anima firmati Roland Emmerich o Michael Bay. Qui innanzitutto c'è un signor regista (ricordatevi del bellissimo Il labirinto del fauno, fantasy ancora insuperato per rapporto tra mezzi e risultato finale) che gira col cuore e trasmette agli spettatori lo stesso spirito di avventura, emozione e meraviglia che da sempre contraddistinguono la produzione del cineasta messicano.
Un film che riesce a farti tornare bambino, a catapultarti in una dimensione onirica e temporale come ai tempi della fantascienza spettacolare e un po' naif degli anni '80. Un film che ti sembra di avere comunque già visto, magari molti anni prima, ma che riesce a tenerti sempre incollato allo schermo e a trepidare per gli eroici terrestri che cercano di salvare il mondo. Improponibile? Forse, ma ci si diverte da matti. E non è poco.
p.s. consiglio spassionato: non alzatevi prima che siano scorsi TUTTI i titoli di coda...
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