Di Oreste Cirillo. All’Ecofin di Bruxelles, la riunione dei ministri finanziari europei, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, presidente di turno del vertice, non solo ha rassicurato ancora una volta l’Europa sulla tenuta del nostro debito pubblico, che è “perfettamente sostenibile”, nonostante la bassa crescita; ma in più ha ribadito che l’Italia non chiede un allentamento del Patto di stabilità, ma solo di utilizzare appieno la flessibilità contenuta in esso. Al termine della riunione si è concluso affermando che: “Il Consiglio supporta gli obiettivi indicati dalla presidenza italiana di sostenere la crescita e l’occupazione, in uno sforzo comune di riforma”.
I ministri dell’economia e delle finanze europei concordano con l’uso della flessibilità già inserita nelle regole comunitarie sui bilanci e si danno appuntamento a settembre per vagliare le opportunità di investimenti e riforme strutturali. Il Consiglio, infatti, “basandosi sulle conclusioni del vertice europeo”, ha deciso “che bisogna dare particolare attenzione alle riforme strutturali che sostengono la crescita e migliorano la sostenibilità dei bilanci”. Si tratta, in sostanza, della stessa linea indicata dai capi di Stato e di governo nei giorni scorsi.
Dall’alto della sua posizione di Presidente del Consiglio, come è da prassi in occasione del semestre italiano alla guida della Ue, Padoan ha lanciato un attacco alla Banca centrale tedesca, proprio sul tema della crescita e della necessità di allentare il rigore: tra il governo italiano e quello tedesco non ci sarebbero divergenze, sia tra i due premier che tra i due ministri delle Finanze, lui e Wolfgang Schaeuble. Ma ha aggiunto che il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann - uno dei più accaniti sostenitori del rigore di bilancio – non fa parte del governo tedesco. Il ministro delle Finanze tedesche, Schaeuble, dal canto suo ha, però, sottolineato come “le riforme strutturali non sono una alternativa al consolidamento di bilancio, una scusa per non farlo”.
Nel frattempo il premier Matteo Renzi ha lanciato la proposta di scorporare gli investimenti per l’innovazione dalle spese conteggiate nel Patto stesso. Proposta che è stata però subito stoppata dal vicepresidente della Commissione, Siim Kallas, secondo il quale “nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit: non esistono spese buone o spese cattive”.