Redazionevedi altri articoli17 settembre 201318:59
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Aveva 57 anni l’imprenditore di Padova che oggi si è tolto la vita a causa della mancanza di lavoro
Produceva ruote per biciclette ma il lavoro scarseggiava e le spese restavano fisse e lentamente diventavano insostenibili.
Così l’uomo di Piove di Sacco, in provincia diPadova, ha chiamato a raccolta tutti i dipendenti annunciando loro che la crisi gli imponeva di chiudere i battenti dell’azienda.
Poi si è ritirato, si è legato un cavo elettrico al collo e si è impiccato.
Una storia che si ripete, persone che perdono la vita per non perdere la faccia mentre chi governa è preoccupato di apparire nei salotti televisivi continuando a raccontare fandonie su come si potrebbe risanare il debito pubblico ed uscire dalla crisi. Purtroppo la gente qualunque, quella che la mattina trova il coraggio per alzarsi, dimenarsi e sopravvivere non conta nulla. Conta quello che pensano a Bruxelles, conta quello che pensano le banche.
Persone che non riescono a sopravvivere senza dignità che qualche mostro non esita a calpestare ed annullare. Mostri incravattati che si presentano davanti alle telecamere e raccontano una realtà distorta che vedono solo loro, capaci di additare la gente come evasori, accusandoli di essere colpevoli della situazione critica in cui stiamo vivendo. Mostri senz’anima, indagati e pregiudicati che vengono ad imporre un rigore comportamentale che sono i primi a non rispettare, tutelati da leggi create su misura per essere gli unici beneficiari. Senza vergogna.
Quella vergogna che invece ha colpito l’uomo di 57 anni di Padova e tutti gli altri come lui che non se la sentivano proprio di finire con un fallimento ed hanno preferito uccidersi. Non è un suicidio, ma l’ennesimo omicidio di stato.