Joos de Momper il Giovane, paesaggio con grotta
In quello che può forse considerarsi il primo libro europeo interamente dedicato alle montagne, il De Montium origine di Valerio Faenzi (1501), viene instaurato il parallelismo tra le catene montuose e le onde che una dopo l'altra increspano l'oceano. Nel Creato i monti rappresentano la molteplicità che orna la Terra. Non stupisce quindi che a partire dal XVI secolo l'arte cominci a considerare le formazioni montuose dal punto di vista estetico.Fino a quel momento "demonizzata", la bellezza della montagna cominciò ad esercitare un nuovo fascino su viaggiatori e artisti, ergendosi a dignità d'arte, fra gli altri, nei dipinti di Joos de Momper. Pare che il pittore olandese avesse intrapreso un viaggio in Italia, durante il quale restò profondamente colpito dal paesaggio alpino. Come nell'esempio che qui vi propongo, ritornerà più e più volte, nei suoi grandiosi e talvolta irreali scenari montuosi, il motivo della grotta. Mentre in altri dipinti le grotte sono per lo più luoghi di pellegrinaggio situati in posizioni sopraelevate, in quest'opera il motivo della caverna viene collocato al centro della composizione e costituisce il punto focale dell'osservazione artistica, tanto più che una delle tre figure presenti viene ritratta nei panni di un disegnatore, intento a eseguire uno schizzo delle rocce che si stagliano davanti a lui. L'amore per la montagna coincise con la nascita dell'alpinismo, praticato nel XVI secolo sopratutto da naturalisti e letterati svizzeri.La visione medievale della montagna, interpretata in chiave religiosa e a tratti superstiziosa, cominciò a perdere terreno, man mano che cresceva l'interesse per le risorse minerarie e dunque per l'interno della Terra. Riserve idriche sotterranee o giacimenti minerali che fossero, le montagne vennero così ad assumere il ruolo di culla delle forze positive della terra.