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Paese che vai, tasse che trovi

Creato il 08 aprile 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Paese che vai, tasse che troviLa crisi economica Mondiale sta colpendo tutti i reparti, dalla vita quotidiana delle persone ai conti degli Stati, fino agli investimenti disponibili per lo sport e ovviamente anche per il basket. Se nei diversi campionati nazionali la situazione è per tutte le squadre uguale, in Eurolega le cose cambiano, in quanto non esiste una regola unica ma ogni squadra si affida alle leggi presenti nel proprio paese.
Ecco che allora se qualche anno fa era la Grecia a fare da padrona con Panathinaikos e Olympiacos che avevano a disposizione una liquidità semi illimitata, ora è il turno di Russia e sopratutto Turchia a vivere un momento positivo a livello economico e questo si rispecchia sui budget a disposizione da utilizzare nel mercato. A livello di risultati, ad ogni modo, questo predominio economico non ha sempre avuto un riscontro effettivo. Basta pensa che l’Olympiacos ha vinto l’Euroleague nell’anno in cui ha tagliato drasticamente il budget, costruendo una vera Squadra e non un ammasso di figurine strapagate.

Dando un occhio alle diverse tassazioni dei salari nei paesi che ospitano le squadre che giocano nella massima competizione europea, per quanto non siano decisive, si nota una disparità che alla fine qualche beneficio in favore dei paesi con tassazione minore la porta:

- TURCHIA: l’imposta sul reddito per la gente comune è tra il 15 e il 35%, ma gli atleti hanno un trattamento di favore che varia a seconda della categoria; nella massima serie si pagano solo il 15% di tasse;
- RUSSIA: la situazione è ancora migliore, visto che per i giocatori nazionali le tasse sono solo il 13%, che salgono al 30% per i giocatori stranieri (dopo 6 mesi di permanenza però la percentuale scende);
- SERBIA e SLOVENIA: nella prima gli atleti come gli artisti pagano il 10.8%, è la cifra più bassa per quanto riguarda le squadre impegnate in Eurolega; nella seconda l’imposta sale al 20%.

Netta la distanza dalle altre Nazioni, dove più o meno le cifre si avvicinano:
- POLONIA e LITUANIA: vivono una situazione simile con un’imposta rispettivamente pari al 32 e 35%.
- CROAZIA e GERMANIA: ci si avvicina al 45%! I croati hanno il 25% di tasse più il 20 di Iva. I tedeschi sono rigorosissimi con tasse che oscillano tra 42 e 45%, senza poter deviare una parte dei diritti d’immagine;
- FRANCIA: le tasse variano in base allo stipendio percepito, andando da un minimo del 41 a un massimo del 49%;
- SPAGNA: la fiscalità varia da regione in regione. Il Barcellona è la squadra che milita in Euroleague che paga più tasse, il 56%; poi c’è Malaga con il 55%, il Real Madrid che scende al 51,9% e infine il Caja Laboral, i cui giocatori sono tassati solo per il 22,5%.

E l’Italia dove si posiziona? La tassazione è del 43% che però sale al 46% per redditi superiori ai 300.000€. Essendo molto facile trovare delle scappatoie nel nostro paese, l’Agenzia delle Entrate nell’ultimo periodo ha intensificato i controlli per avere maggiori dati da parte delle società, così da evitare eventuali evasioni.

Come succede nel calcio, quindi, ecco spiegato uno dei motivi per cui i top player negli ultimi anni stanno preferendo campionati diversi da quello italiano. La tassazione più elevata però è solo uno dei motivi, e non può di certo essere una scusante per i vertici che amministrano il nostro basket. Il sistema va riformato, in modo rapido e importante se si vuole far riacquistare credibilità al nostro paese (e non solo in ambito sportivo purtroppo…) e se si vuol far tornare le nostre squadre a primeggiare, o almeno a lottare, per le posizioni di vertice anche in manifestazioni come l’Eurolega.


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