Il sindaco ideale
Rieccoci qua, si vota ancora. Il solito impietoso riepilogo delle puntate precedenti: l’unica volta che ha vinto uno che ho votato io è stata nel 2006, quando la sinistra era schierata con Prodi. Per il resto, sempre sconfitte. Piccola parentesi per il referendum, anche se vincerlo è stato inutile perché l’acqua non è ancora pubblica e, finché ci sarà il Pd da queste parti, non lo sarà mai.
A casa mia ci sono anche e soprattutto le amministrative. L’ultima volta, 2009, c’era ancora Casapiddu. Seguimmo la campagna elettorale col fiato sospeso, con il ballottaggio tra il figlio di Ruspino Bucciottino e il prode Sabatino. Vinse il Pd per 500 voti. La scena ora è cambiata, più o meno. Il figlio di Ruspino e Sabatino, in realtà, sono ancora lì. Solo che Sabatino prima aveva i comunisti, ora non ce li ha più. Li ha sostituiti con una lista dal nome “Lavoro e Ambiente”, che, come detto testualmente da lui: “si occuperà di lavoro e ambiente”.
I comunisti, dunque, vanno da soli. Già questo potrebbe bastare, ricordando la regola principe con cui decido il mio voto: “scegliere sempre il primo partito di sinistra non alleato col pd”. Qui c’è anche la falce e il martello, siamo a posto. Come surplus, il candidato dei comunisti è un seguace storico fin dai tempi di Casapiddu. Quello che avrebbe dovuto mettere il cappello su di me, dopo che per ben due volte mi ha invitato a dire le mie idiozie alla locale festa dei comunisti. Se guardate tra i commenti di questo blog e di Casapiddu, è il più presente. Forse è un maniaco. Di sicuro viene da Papiano, posto dove la gente non è molto a piombo. Tifoso sampdoriano, nessuno sa perché. I maligni sostengono che siccome Boskov era jugolsavo, lui essendo comunista lo tifava. I più maligni arrivano a dire che aveva pupazzetti di Attilio Lombardo, calvo come il duce, appesi a testa in giù. Stiamo divagando però. Il punto è: siccome Sante, al secolo Federico Santi, è stato scelto come candidato sindaco, io lo voto. Nonostante sia un ingegnere.
Ci sono anche le elezioni europee. Lì la sinistra pare non esserci, è ben nascosta. La lista Tsipras è capitanata da una iattura: Barbara Spinelli. Una che alla terza riga di editoriale anche John Coffee del Miglio Verde diventa attivista del KKK. Giornalista ed espressione della cosiddetta società civile. Diciamolo una volta per tutte: la società civile ci ha rotto i coioni. Escono fuori solo per le elezioni, ogni cinque anni. Come le donne col calcio, guardano solo i mondiali. Poi normale non ci capiscano nulla e inizino a tartassare il vicino di sedia chiedendo perché non hanno più chiamato Baggio. Ah ragazzì, Baggio c’era quando tu ancora non c’avevi il telefonino per fare gli squilletti al tuo primo ragazzetto col gel. Indi per cui, la società civile ha due opzioni: fare politica sempre, anche senza elezioni in vista, o restare confinata nelle mostre di fotografia di lumache sulla guazzera in bianco e nero.
Ad ogni modo, alle europee è possibile esprimere le preferenze, perciò si può non votare Barbara Spinelli e le sue amiche femministe. L’Umbria ha due candidati: Fabio Amato e Lucia Maddoli. Voterò loro e tanti saluti alla società civile.
Ordunque, viva le elezioni. E se disgraziatamente Renzi dovesse perdere, facciamo una festa dove ognuno porta una slide. Se poi a Marsciano vince Sante, tempo un quarto d’ora e partono i bombardamenti sui simboli del capitalismo: l’Ikea, la Fiat, lo juvestédium e Fabio Fazio. Più altri che non dico altrimenti scappano prima.