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Page Eight – un thriller all’inglese

Creato il 23 novembre 2011 da Soloparolesparse

Davvero un bel thriller questo Page Eight messo insieme da David Hare.
Elegante, lento, pacato, decisamente inglese, ma comunque coinvolgente.

Page Eight – un thriller all’inglese

Il direttore dell’agenzia segreta di sicurezza britannica ha le prove che gli americani torturano i prigionieri di guerra, ma soprattutto scopre che il primo ministro inglese era a conoscenza della cosa e non l’ha comunicata ai servizi.
La faccenda e intricata e lo diventa ancora di più per l’improvvisa morte del direttore.

Così tocca a Johnny, che del direttore è il migliore amico e non solo, cercare di capire cosa è successo e soprattutto perchè il suo amico ha rivelato la notizia in modo così inusuale.
Per arrivare alla soluzione del giallo Johnny dovrà smontare tutte le sue convinzioni e rivedere la lista degli amici e dei nemici, aiutato solo dalla sua giovane vicina di casa, che di suo ha una storia non facile.

Come detto Page Eight (e pagina 8 è il punto fondamentale del misterioso dossier) è un ottimo thriller, cupo, posato, senza eccessi, che mai va sopra le righe.
Curioso che in un film di spionaggio e di agenti segreti non ci sia un colpo di pistola e nemmeno un inseguimento, ma vi assicuro che sui titoli di coda siamo certi di aver visto un thriller assolutamente coinvolgente.
Perchè la vicenda è intrecciata bene, si scoprono un sacco di cose, c’è scoprire gli altarini e da rivoltare il governo.
E naturalmente ci sono i compromessi a cui bisogna andare incontro quando si fa un lavoro come quello del protagonista.

Page Eight – un thriller all’inglese

Ma ci sono anche i sentimenti, l’amore ed i rispetto per le tante mogli passate, l’amicizia più forte di ogni dubbio, la voglia di conoscere la verità.

Il personaggio di Bill Nighy è un gentleman inglese vecchio stile, amante del suo paese, dell’eleganza, dell’arte (ma non di quella moderna) e Nighy gli da un tono di integrità perfettamente riuscito.

E poi c’è Rachel Weisz che ad una prima occhiata sembrerebbe fuori luogo, ma invece anche lei riesce ad essere perfettamente tra le righe, senza mai alzare i toni.

Insomma il film è perfettamente centrato, delicato, molto british e assolutamente ben fatto.

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