Dopo il bilancio dello sport italiano nel 2012, eccoci al pagellone che analizza il rendimento di ogni singola disciplina nel panorama tricolore.
Atletica, 5: la prova olimpica di salto triplo (con Fabrizio Donato medaglia di bronzo e Daniele Greco ai piedi del podio) non può bastare a salvare l’ennesima stagione deludente. E’ mancata la punta Antonietta Di Martino (vittima dell’ennesimo grave infortunio di una carriera sfortunatissima), mentre di Andrew Howe abbiamo già discusso diffusamente tempo fa (clicca qui per approfondimento). Naufragato il progetto 4×100, l’Italia è pressoché sparita dalla velocità, mentre nel mezzofondo la speranza è rappresentata da Andrea Lalli e Daniele Meucci, rispettivamente primo e terzo agli ultimi Europei di corsa campestre: se i due azzurri punteranno sulla maratona, potrebbero togliersi delle belle soddisfazioni. Il Bel Paese, inoltre, ha bisogno di investire molto nei concorsi (salti e lanci). L’auspicio è che la nuova Federazione targata Alfio Giomi possa invertire finalmente il trend di un’atletica ormai ansimante.
Badminton, 4: la sola partecipazione di Agnese Allegrini alle Olimpiadi non può salvare l’annata: sarebbe un modo di pensare da provincialismo puro. La 30enne romana, il cui futuro non è stato ancora reso noto (continua oppure no?), da troppo tempo si porta sulle spalle il peso di un intero movimento, mentre non si intravedono buoni segnali dai giovani. La Federazione sta lavorando nel modo giusto sui vivai, con due regioni come Alto-Adige e Sicilia che possono vantare una buona tradizione. Il PalaBadminton di Milano, poi, rappresenta un investimento importante in ottica futura. La strada da percorrere, tuttavia, sembra ancora veramente molto lunga.
Baseball, 9: Italia sul tetto d’Europa per la seconda volta di fila, per di più in casa degli eterni rivali dell’Olanda. Mazzieri ha saputo creare un gruppo solido e di prospettiva, con le accademie volute dalla Federazione che stanno cominciando a fornire i primi frutti. La selezione tricolore coltiverà grandi ambizioni al World Classic che si disputerà nel mese di marzo, soprattutto se, come sembra, dovesse rinforzarsi con alcune stelle della MLB (clicca qui per approfondire).
Beach Volley, 7.5: Greta Cicolari e Marta Menegatti sono ormai entrate stabilmente tra le migliori 5 di questa disciplina, salendo sul podio del World Tour con regolarità. Solo lo sfortunato incrocio ai quarti di finale con le fuoriclasse americane Kessy-Ross le ha private di una meritata medaglia olimpica. Tra le coppie emergenti a livello mondiale troviamo anche quella formata dai nostri Daniele Lupo e Paolo Nicolai, tra i primi 8 a Londra. Il livello di vertice è buono, ora il prossimo compito sarà quello di lavorare sulla quantità: alle spalle di Cicolari-Menegatti e Lupo-Nicolai, infatti, si intravede poco.
Calcio, 8.5: stiamo assistendo ad un’esplosione di talenti che ci riporta indietro di quasi 20 anni, quando si affacciavano alla ribalta i vari Totti e Del Piero. El Shaarawy, Balotelli ed Insigne potrebbero dar vita ad un tridente da sogno ai Mondiali del 2014, a patto che il centravanti del Manchester City si decida finalmente a maturare. Il ricambio generazionale si avverte anche negli altri reparti (Perin, De Sciglio e Florenzi solo per fare qualche nome), anche se preoccupa il settore dei difensori centrali (al momento, Ogbonna e Ranocchia a parte, non si vedono altri giovani futuribili). Prandelli è riuscito ad infondere qualità e personalità alla sua nazionale, conquistando un secondo posto agli Europei insperato alla vigilia. Il ct di Orzinuovi dovrà ora trovare un modulo di gioco che consenta di erigere un muro dinanzi a Buffon: i Mondiali, infatti, si vincono prima con la difesa e poi con le reti.
Canoa slalom, 9: l’oro olimpico di Daniele Molmenti rimarrà nella storia, ma il settore gode di ottima salute con diversi giovani come Clara Giai Pron, Lukas Mayr e Roberto Colazingari ormai in rampa di lancio.
Canoa velocità, 3: i fasti di fine anni ’90 sembrano risalire alla Preistoria. Il Bel Paese a Londra era rappresentato da soli tre atleti ed ancora una volta il miglior risultato è giunto dalla leggendaria Josefa Idem, quinta nei 500 metri a 48 anni. L’italo-tedesca a Rio 2016 non ci sarà, quindi è probabile che di colpo vengano al pettine tutti i nodi che la campionessa olimpica di Sidney 2000 aveva coperto in questi anni. Il nuovo direttore tecnico, Mauro Baron, costituisce una vera garanzia, essendo uno degli artefici principali della crescita esponenziale del settore slalom. Nello staff tecnico del kayak, inoltre, è entrato anche l’olimpionico Beniamino Bonomi. Nel prossimo quadriennio una svolta potrebbe giungere nel settore della canadese grazie agli oriundi Sergiu Craciun e Mihai Vartolomei.
Canottaggio, 4: la medaglia d’argento di Sartori-Battisti nel doppio senior non solo non può salvare il bilancio, ma addirittura ne accentua il fallimento. Se un equipaggio sale su un podio a cinque cerchi dopo essersi allenato in totale autonomia, mentre il resto della squadra preparata dai tecnici federali boccheggia, significa che si è sbagliato tutto o quasi. Al neo-presidente Abbagnale ed al dt La Mura spetterà la missione rilancio (clicca qui per approfondimento).
Ciclismo su strada, 6: il momento difficile, concomitante con il buco generazionale della parte centrale degli anni ’80, non è ancora concluso, ma la speranza è che possa iniziare presto un nuovo ciclo vincente con i vari Moreno Moser e Diego Ulissi, almeno nelle classiche. In questo ultimo campo il digiuno si è interrotto grazie al successo di Enrico Gasparotto all’Amstel Gold Race, mentre Vincenzo Nibali ha colto un prestigioso terzo posto alla Grand Boucle. Dopo la Vuelta vinta nel 2010, ora lo Squalo dello Stretto dovrà compiere quell’ultimo passetto per poter ambire anche alla conquista di Giro o Tour. Alle spalle del 28enne siciliano non possiamo contare su corridori da Grandi Giri: le speranze si chiamano Mattia Cattaneo e Fabio Aru, per i quali, tuttavia, il 2013 sarà solo la prima stagione vera tra i professionisti. Insomma, siamo in pieno ricambio generazionale ed i risultati, complessivamente, non sono stati esaltanti, con un Mondiale dove l’Italia non ha mai dato l’impressione di poter vincere.
Ciclismo su pista, 6: sufficienza non tanto per i risultati (solo Elia Viviani qualificato ai Giochi di Londra), quanto perché finalmente si sono notati dei segnali che testimoniano un’inversione di tendenza rispetto al passato. Il bronzo europeo dell’inseguimento a squadre maschile ed il successo di quello femminile in Coppa del Mondo stanno a testimoniarlo. Come confidato da Michele Scartezzini qualche giorno fa (clicca qui per leggere intervista su OA), forse anche l’Italia sta capendo che pista e strada sono inscindibili. D’altronde nazioni come Gran Bretagna ed Australia ce lo stanno dimostrando da anni.
Ginnastica, 7: dai Giochi di Londra sono arrivati due bronzi, quelli di Matteo Morandi agli anelli e della nazionale di ritmica. Nella ginnastica artistica il livello complessivo della selezione tricolore si è rivelato di tutto rispetto, con Vanessa Ferrari ed Alberto Busnari che forse avrebbero meritato qualcosa in più di un amaro quarto posto. A livello femminile il ricambio generazionale guidato da Enus Mariani (campionessa d’Europa juniores nell’all-round) è già pronto, mentre la situazione è ben più delicata tra gli uomini, anche se lo stesso Morandi potrebbe proseguire fino a Rio 2016.
Hockey prato, 4.5: forse in questo caso pecchiamo di eccessiva severità, tuttavia quando si continua a mancare l’appuntamento a Cinque Cerchi, il voto non può essere più alto. Eppure la nazionale femminile l’obiettivo lo ha sfiorato, ma, proprio come 4 anni fa, è mancata un’inezia per la realizzazione del sogno. In campo maschile, invece, l’Italia resta molto distante dalle posizioni di vertice.
Judo, 6: come da tradizione, dopo un biennio di stenti tra Europei e Mondiali, il judo italiano si è riscattato alle Olimpiadi, dove al bronzo inaspettato di Rosalba Forciniti si è aggiunto anche il bel torneo disputato da Elio Verde. Il problema (comune a gran parte delle discipline sportive nel Bel Paese) continua ad essere quello dei tanti (forse troppi!) talenti che brillano a livello juniores, per poi eclissarsi nel passaggio tra i senior.
Lotta, 2: alle Olimpiadi ha preso parte il solo Daigoro Timoncini, eliminato al primo turno dei 96 kg della greco-romana. Un dato che, di per sé, parla da solo. Dopo l’oro di Pechino 2008, Andrea Minguzzi ha pagato dazio alla sfortuna con una serie interminabile di infortuni. Il resto della squadra, invece, fatica incredibilmente a farsi strada nelle varie competizioni internazionali (nella lotta libera, in particolare, superare un turno ad Europei e Mondiali è quasi un evento). E’ forse lo sport più in crisi in Italia. I fallimenti degli ultimi anni mobiliteranno un cambiamento radicale nella gestione degli atleti (magari con allenamenti e preparazione fisica più adeguate alle nuove esigenze di questa disciplina)?
Nuoto, 4.5: a Londra non ha funzionato nulla. Si attendevano (almeno) tre medaglie, alla fine non ne è arrivata nessuna. Federica Pellegrini ha pagato nel momento decisivo i continui cambi di allenatore, con una nuotata che ne ha risentito molto anche dal punto di vista tecnico. Fabio Scozzoli ha fallito la finalissima dei 100 rana, mentre i velocisti dello stile libero sono giunto in Inghilterra completamente fuori forma. Insomma, un fallimento completo, ma nello sport ci sta che non sempre le cose vadano secondo i programmi. L’importante sarà non ricadere negli stessi errori. Gli ultimi Europei e Mondiali in vasca corta hanno dimostrato che l’Italia è sulla strada giusta per risalire, anche se queste medaglie autunnali non possono valere la sufficienza: l’appuntamento davvero importante era a fine luglio.
Nuoto di fondo, 7: Martina Grimaldi ha vinto una medaglia di bronzo nella 10 km olimpica che ha chiuso nel migliore dei modi un triennio sempre ai massimi livelli. Valerio Cleri, al contrario, sembra aver imboccato ormai la parabola discendente, anche se nella 25 km (gara non olimpica) potrebbe ancora recitare un ruolo importante. L’Italia, poi, ha vinto il medagliere agli Europei di Piombino: anche in questo caso, tuttavia, l’evento si è disputato dopo i Giochi di Londra, con diverse stelle straniere non presenti.
Nuoto sincronizzato, 5.5: al di là del settimo posto di Lapi-Perrupato nel duo a cinque cerchi, questo settore, ormai da anni, sembra essersi assestato su un livello stazionario: il salto di qualità è lontano.
Pallacanestro, 7: entrambe le nostre nazionali si sono qualificate agli Europei del prossimo anno. La nazionale maschile, dopo oltre un lustro, sembra poter coltivare buone ambizioni grazie ad una serie di giovani talenti che potrebbero affiancare con successo il trio della NBA (ammesso che Gallinari, Belinelli e Bargnani facciano parte della rosa). In particolare Luigi Datome ed Achille Polonara paiono aver raggiunto ormai la piena maturazione. Tra le donne, invece, il ct Ricchini può contare su un gruppo molto giovane dove spicca il talento di Giorgia Sottana: i margini di crescita appaiono consistenti.
Pallamano, 3: la nazionale maschile continua come da tradizione a venire eliminata nei primi turni delle varie qualificazioni ad Europei e Mondiali. Stesso discorso per le donne, dove, almeno per il momento, il progetto Futura Roma non ha portato i benefici sperati. Per un ulteriore approfondimento, clicca qui.
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OA | Federico Militello