Magazine Diario personale

Pain.

Da Oliviabluebell
Ci sono mille tipi diversi di dolore, mille modi per affrontarlo o per star vicino a chi lo sta vivendo. Nessuno di questi è quello più giusto in assoluto, esiste solo il migliore possibile in quel momento.
C'è chi si accontenta della tua presenza, della mano che si stringe forte alla sua e chi ha bisogno di una spalla su cui piangere.
Non credo nel dolore dignitoso, ognuno lo vive come si sente: c'è chi urla e si strappa i capelli e chi invece rimane composto con lo sguardo fisso, ai più può apparire quasi indifferente quando invece si tratta di una specie di blocco nel far uscire le proprie emozioni.
Chi sta peggio è chi ovviamente sta affrontando quella situazione, che sia un dolore provato in prima persona o il vedere una persona cara che soffre ma spesso ci si sofferma su chi sta male e non su chi gli sta accanto.
Perchè anche questo non è facile.
Non si sa mai cosa dire, cosa fare, come comportarsi, la paura di scadere nel banale, nell'ovvio quando invece si vuole essere tutto fuorchè ovvii.
Ed è una continua altalena tra quello che vuoi tu e quello che è giusto per l'altra persona, in bilico tra egoismo ed altruismo. Tu vorresti solo scappare, vivere dei momenti sereni, spensierati e leggeri ma poi ti accorgi che quando torni nella realtà, nella tua realtà, tutta quella spensieratezza non c'è più, annientata dalla realtà, dal fatto che qualcuno si sta spegnendo.
Rimani attonita e non sai oggettivamente cosa fare perchè tu vorresti solo ritagliare un piccolo spazio per voi due ma poi succede sempre qualcosa per cui i piani vengono sempre mescolati all'ultimo secondo.
Giri annullati, serate tranquille quando tu hai solo voglia di prendere la macchina e passeggiare in riva al lago, prospettive di una vacanza che a questo punto sembra sempre più in forse e quello che senti è anche rabbia.
E te ne vergogni. Non è giusto essere arrabbiati con qualcuno che ormai non può far altro che vedere la sua vita scivolargli tra le mani e aspettare di vedere un ultimo raggio di luce.
Però...però poi ci sei tu, c'è lui e ci siete voi.
E' un continuo chiedersi "e se ci fossi io al suo posto?" per rimettere le cose in prospettiva, è un'attesa che ti sembra infinita, è un vedere una persona in difficoltà e volerla portare via da tutto questo marasma di emozioni ed eventi ma non puoi farlo, è vedere chi ami soffrire senza poter far niente per cambiare le cose.
Ti senti impotente.
Forse perchè la vita e la morte sono qualcosa di troppo grande per noi che non ci vediamo una logica, un senso.
Tutto ciò che mi rimane è aspettare e stringere quella mano.

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