Ma perché lo vogliono chiudere? Questa la domanda che continuo a farmi anche se conosco la risposta ufficiale.
Bangkok sta cambiando, in fretta. Forse troppo in fretta. Così rapidamente che sta cancellando in modo brutale molte delle cose per cui è amata (e odiata) dai chi arriva qui e si aspetta di trovare le strade piene di vita, 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana. C'è la pretesa di trasformare questa metropoli in qualcosa che non è. E c'è chi pretende che questi cambiamenti avvengano subito, oscurando se possibile l'immagine che questa città ha nella testa di chi ha visto i film ambientati qui.
La Bangkok descritta da Lawrence Osborne in “Bangkok days” (in italiano solo “Bangkok”) sta rapidamente scomparendo ma sono felice di poter dire di averla vissuta. Non mi sono mai riconosciuto nei farang alla deriva descritti da Osborne ma di occidentali che hanno fatto di Bangkok il loro cosmo dove negare e negarsi, dove dimenticare i propri fallimenti e lasciarsi sopravvivere adagiati al bancone di uno dei tanti go go bar ne ho incontrati parecchi. Anch’io, come loro, con il tempo ho imparato a muovermi per i vicoli spesso puzzolenti cercando inevitabilmente di trovare il bello dove non c’è con la stessa agilità con cui poi mi muovo nelle hall di lussuosi alberghi o raffinati ristoranti dove anche il conto ha oramai gli standard europei.
È inevitabile che le cose evolvano ma mi domando se tutto il progresso, l'ammodernamento, la voglia di elevarsi a “città modello” non sia possibile senza stravolgere lo spirito che rende Bangkok unica, nel bene e nel male. Contrasti! Questi rendono Bangkok affascinante.
In questi anni ho visto cambiare questa città e la gente che la abita. Il vicolo dove vivo ora ospita ristoranti affollati da expat in camicia inamidata e tailandesi che per comprarsi la macchina riescono ad indebitarsi per il resto della vita. Ma poco più in là posso ancora sedermi per strada e chiacchierare con chi non ha la pretesa di essere chi non è.
Ma fino a quando?
Uno dei luoghi più caratteristici di Bangkok, dove il tripudio di colori è un crescendo che dal tardo pomeriggio si prepaga fino alle prime luci dell’alba è proprio il Mercato dei Fiori di Bangkok, il Pak Khlong Talat (in tailandese per il tassista ปากคลองตลาด) rischia di restare vittima di questa immensa manovra di marketing senza logica per Bangkok.
Dietro a tutto la scusa di voler sgombrare i marciapiedi, di renderli “camminabili”. Sono forse l’unico che si ostina a pensare che questa che vogliono infiocchettare non è la Bangkok che amiamo!
C’ho portato tanta gente, soprattutto gli appassionati di fotografia. Ci vado anche da solo, senza che ci sia un motivo per farlo, solo perché qui la gente è più vera.
Tanti giovani birmani prestano la loro forza lavoro per far muovere l’imponente macchina che sta dietro questo mercato. Fiori venduti a peso. Agili mani che piegano i petali dei fiori di loto. Ragazze assorte nei propri pensieri che realizzano corone dal profumo inebriante.
Un formicaio in fermento dove il turista può ritrovarsi sbattuto a destra e sinistra nel tentativo di evitare i carrelli con fiori imbustati pronti a proseguire il viaggio verso templi lontani.
E di tanto in tanto un monaco intento a contrattare sui prezzi o un bambino addormentato sotto il bancone dove la mamma ha adagiato mazzi di orchidee variopinte rompono il regolare susseguirsi di bancarelle e lavoratori.
E allora vi dico affrettatevi!
Non saranno le parole a farvi capire perché questo mercato vale la pena di essere visto. Non saranno le fotografie patinate di un giornale a farvi scoprire quanti colori ci sono al mondo. Se siete a Bangkok in questo periodo o verrete prima di luglio andateci! - qui la posizione del Mercato dei Fiori su Google Map
Sono oramai settimane che si parla dell’imminente chiusura del mercato. E non è la prima volta e non posso che essere triste per la piega che sta prendendo la cosa. Se la situazione non cambia il Governatore di Bangkok - Asawin Kwanmang – impedirà ai commercianti di fiori di occupare il suolo pubblico. E se per vederlo di giorno avrete tempo fino al 31 marzo, l’apertura notturna è stata prorogata fino al 30 giugno. Ma dietro le nobili ragioni ecco che si svelano le vere motivazioni: rinnovare e rendere il mercato l’ennesima attrazione per turisti [cit. “After some vendors move out at the end of March, he said, renovation work will be carried out at the market to make it more attractive for tourists”] . Ma tanti i nuovi turisti non sanno cosa si sono persi e crederanno che quello lucido e profumato sia così da sempre.
In fondo io sono semplicemente un ospite in questa città e quando non mi piacerà più sarò libero di andarmene. O forse mi adatterò ai cambiamenti come già successo in passato, pigro nel migrare e vittima degli affetti che mi legano qui, in modo più violento ogni giorno che passa.
Conta i fiori del tuo giardino, mai le foglie che cadono.
Romano Battaglia