I ritrovamenti di queste settimane che hanno portato alla luce l’antico Broletto medievale di Alessandria sono i più importanti fatti in Piemonte negli ultimi dieci anni. Nel sono convinti i responsabili della Soprintendenza che stanno curando il restauro di quel che resta dell’antico palazzo comunale Duecentesco, portato alla luce solo ultimamente con la ristrutturazione di Palatium Vetus. L’edificio di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria – diventerà sede amministrativa e spazio museale, probabilmente già ad agosto, terminata la ristrutturazione – è stato costruito, nei secoli, sulla casa comunale originaria e pertanto ha mantenuto intatti alcuni affreschi di raro valore. Da un palazzo ordinario, con una facciata quasi banale, insomma, è uscito un gioiello storico che potrà ancora riservare sorprese: gli affreschi dei sottarchi saranno oggetto di studi e di opere di conservazione. Rimossi gli intonaci, demolite alcune pareti, sono emerse le arcate a sesto acuto al piano terra, tipiche dell’architettura del genere, e altre sale che oltre ottocento anni fa ospitavano il cuore della vita amministrativa ed economica locale, al tempo dei liberi Comuni.
Sugli archi sono raffigurate scene di caccia, stemmi modificati in base alle alleanze politiche mutate con gli anni, figure sante (San Paolo e un “inedito” Cristo che tiene nella destra un agnello) oltre a iscrizioni dipinte sui mattoni ancora da decifrare. Sono le meraviglie artistiche che hanno fatto gridare al miracolo gli architetti e impegnato la Fondazione in ulteriori lavori di consolidamento e migliorie.
Il restauro degli affreschi continuerà anche dopo l’inaugurazione, in estate, dei nuovi uffici e della sala mostre/conferenze ricavata dall’aula che una volta era la residenza del governatore.