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Palazzo Reale di Milano: 11.9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini. E: Antonio Paradiso, Ultima Cena Globalizzata – Global Last Supper

Creato il 11 settembre 2011 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo

Palazzo Reale di Milano: 11.9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini. E: Antonio Paradiso, Ultima Cena Globalizzata – Global Last SupperDecimo anniversario della strage dell’11 settembre 2001: Milano ricorda quella giornata con molte iniziative, tra le quali due mostre a Palazzo Reale dal 10 settembre al 2 ottobre. ”11.9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini” è una mostra fotografica promossa dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Fondazione Forma per la Fotografia in collaborazione con il Corriere della Sera, che ricorda quella giornata tragica e indimenticabile. Il racconto ripercorre le fasi della tragedia attraverso le immagini di quanto accadde quel giorno a New York. L’esposizione, completata da vari documenti (le prime pagine dei quotidiani di tutti gli Stati Uniti, testimonianze personali, contributi), presenta una selezione di immagini realizzate a New York l’11 settembre 2001 e i giorni immediatamente successivi, dai più grandi fotografi del mondo – James Nachtwey, i grandi autori della Magnum Photos come Steve McCurry, Alex Webb, Gilles Peress, Susan Meiselas e altri.

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Comunicato Stampa

Palazzo Reale di Milano: 11.9 Il giorno che ha cambiato il mondo. Dieci anni dopo. Documenti e immagini. E: Antonio Paradiso, Ultima Cena Globalizzata – Global Last Supper
Antonio Paradiso. L’ultima cena globalizzata | Global Last Supper ” è il titolo della mostra ospitata nella corte interna di Palazzo Reale. L’installazione, promossa dal Comune di Milano – Cultura e Palazzo Reale, è stata realizzata dallo scultore Antonio Paradiso (Santeramo, 1936) con i resti delle Twin Towers crollate nel tremendo attentato dell’11 settembre 2001. L’installazione è composta dai resti delle torri gemelle crollate nel tremendo attentato dell’11 settembre 2001. Venti tonnellate di lamiere contorte, sbarre e putrelle d’acciaio, deformate dal calore e dall’impatto dei due voli contro il World Trade Center, sono state rimodellate secondo il progetto artistico dello scultore pugliese dopo essere giunte in Italia nel dicembre 2010 in un grande container. Inoltre, 70 fotografie documentano la storia di questa esposizione, i viaggi dell’artista e del materiale e i progetti della scultura.

La genesi di quest’opera è cominciata nel 2009, quando la Port Authority di New York e New Jersey, autorizzò la cessione a titolo gratuito di macerie dal World Trade Center a fondazioni, città o artisti, selezionando una quarantina di proposte tra le novemila richieste giunte da tutto il mondo.
Antonio Paradiso, unico italiano ammesso a ritirare parte dei resti di Ground Zero in base al progetto artistico presentato, li ha scelti uno per uno nel deposito dell’hangar 17 del Kennedy Airport, dov’erano
depositati. “Avevano la funzione di sorreggere la struttura,ma nell’hangar riposavano orizzontali, imitando le anime di chi con loro ha lasciato la vita”, ricorda l’artista. Non simboli ma vestigia di una tragedia epocale, che ha distrutto tremila vite e inciso per sempre nella memoria di intere generazioni in tutto il mondo, questi pezzi di metallo, che già di per sé “avrebbero raccontato senza parlare e visto senza guardare”, sono stati condotti a nuova vita grazie all’elaborazione artistica di Antonio Paradiso, che ha voluto rappresentarle in verticale, intorno o dietro un ideale tavolo, per un’ultima cena che solo nel titolo richiama quella giudaico-cristiano. «L’ultima cena globalizzata o contemporanea è lo tsunami economico mondiale – spiega Antonio Paradiso – tra economie emergenti in cerca di assestamento. Il Cristo della nuova ultima cena non è uno, ma sono tremila morti, che lanciano un monito, un avvertimento per l’intera umanità».

70 fotografie, esposte nella saletta a piano terra della corte interna di Palazzo reale, documentano la storia di questa esposizione, i viaggi dell’artista e del materiale e i progetti della scultura. Una sezione speciale della mostra è dedicata alle “Ascensioni 2011”, serie di opere realizzata con parte del materiale recuperato dall’hangar 17, meno monumentale perché per esse l’artista ha utilizzato i pezzi più piccoli che ha portato da New York; ugualmente potente, tuttavia, per significato e valenza evocativa. Queste sculture, che sintetizzano in astratto il volo di una colomba, esprimono un’aspirazione spirituale che si eleva in senso verticale per portare a tutti un forte messaggio di spiritualità . “Esprimono, al di là della morte, il rinnovamento degli esseri e la continuità della vita” (Dominique Stella).

La mostra è accompagnata da un catalogo fotografico, edito da Mudima con prefazioni di Arturo Schwarz e Dominique Stella.


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