Si dice “razionalizzazione” ma si legge licenziamenti. Cade così la scure dei tagli occupazionali nel settore della Cultura alessandrina, infliggendo ai più importanti centri culturali cittadini una “riorganizzazione” che lascerà a casa 13 persone. Su 47 dipendenti che fino a ieri potevano contare su un posto di lavoro (25 interni e 22 esterni), solo 34 potranno proseguire la propria collaborazione coi servizi culturali sotto l’ala (non così protettiva) di Palazzo Rosso.
A subire i licenzialmenti saranno principalmente i lavoratori della cooperativa Copat, e quindi soprattutto della Biblioteca Civica “Francesca Calvo”. Ma anche quelli di Palazzo Cuttica, dello IAT, del Museo del Cappello e del Teatro delle Scienze. Tutti lavoratori qualificati- come richiesto ai tempi delle assunzioni da parte del Comune, nel 2007, e nel rinnovo di contratto effettuato lo scorso febbraio con scadenza il prossimo 30 settembre- il cui destino è ora ignoto. Cosa accadrà loro a partire dal primo di ottobre? E che effetto avrà questa “razionalizzazione” del personale (per dirla con il sindaco di Alessandria, Piercarlo Fabbio) sulla qualità dei servizi culturali di maggior rilievo della città? Secondo il primo cittadino, nessuno: ” Si tratta di personale ridondante”, ha dichiarato Fabbio, ” non di tagli”. E poi: ” Con la riorganizzazione la Biblioteca Civica amplierà i suoi orari restando aperta dal martedì al venerdì , con un servizio continuato dalle 10 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 14″.
Più disoccupazione, ma anche e soprattutto un ennesimo colpo inferto alla Cultura mandrogna in generale, che- anche a causa della desolante situazione in cui versa il Teatro Regionale Alessandrino e dei tagli ai finanziamenti a livello nazionale a cui comunque l’amministrazione comunale deve sottostare- arranca sempre più.