È stata così smantellata un'associazione a delinquere, della quale facevano parte anche dipendenti pubblici, che compiva raggiri attraverso la creazione o l'incremento di fittizie posizioni di contributi previdenziali. Individuati circa 30 casi di truffa. Il danno all'erario si aggira intorno a 1.800.000 euro.
L'operazione chiamata “Pensione facile” è stata coordinata dal gruppo reati contro la pubblica amministrazione della Procura della Repubblica. I magistrati che hanno indagato sono il procuratore aggiunto Leonardo Agueci e il sostituto procuratore Alessandro Picchi.
È stato scoperto dagli investigatori il meccanismo della frode: un impiegato dell'ufficio pensioni dell'Inps di Palermo, introducendosi nel sistema informatico dell'Ente, «costruiva» e «modificava» le posizioni contributive previdenziali di alcune persone che gravitavano intorno ad un patronato di Partinico.
Loro in cambio dell'incasso della rata mensile della pensione, avrebbero acconsentito ad erogare consistenti somme arretrate che l'ente gli attribuiva sulla base dei dati falsi inseriti. Circa 30 i casi, finora ricostruiti, tutti nella parte occidentale della provincia di Palermo.
Si è potuto accertare, da segnalazioni dello stesso Istituto previdenziale, che un impiegato infedele dell'ufficio Pensioni dell'Inps, introducendosi nel sistema informatico, costruiva o modificava le posizioni contributive previdenziali di alcune persone gravitanti nell'ambito di un patronato di Partinico che così diventavano titolari di pensione o ricevevano assegni più ricchi di quelli cui avrebbero avuto diritto.
In cambio, avrebbero ceduto consistenti somme di arretrati che l'Inps erogava sulla base dei dati falsamente inseriti. Adesso sono in corso ulteriori indagini per verificare altre posizioni contributive sospette. Con la stessa ordinanza, emessa dal gip Lorenzo Matassa, è stato disposto anche il sequestro preventivo di alcuni beni immobili per rimborsare l'erario dei soldi sottratti illegalmente.
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