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Palermo a ferro e fuoco

Creato il 24 marzo 2011 da Marce982

Un pomeriggio di ordinaria follia, potrei dire – parafrasando un ben noto film dei primi anni ’90 – quello di ieri a Palermo, quando intorno alle 16:30 un gruppo di facinorosi si sono radunati all’ingresso del Multicenter Mondadori di via Ruggero VII, pronti a impedire a ogni costo che venisse presentato un libro scritto da alcuni soggetti facenti capo a un’associazione di estrema destra (di dichiarata ispirazione fascista), nota come Casa Pound.

La protesta per questa presentazione è rapidamente esplosa in cieca violenza, con scontri tra manifestanti e poliziotti che tentavano di allontanare la rivolta dalla sede in cui si stava tenendo la conferenza.

Perché vi racconto tutto questo?

Lo faccio perché ieri mi trovavo a passare dai luoghi degli scontri e mi sono ritrovato in mezzo a una nube di gas lacrimogeno, ho sentito le sirene della polizia e ho visto gente che scappava e turisti che si guardavano intorno spaesati, forse immaginando che fossimo sotto attacco libico, visto i venti che spirano dal Nord Africa. Poco più avanti, lungo via Maqueda erano stati affissi decine di questi manifesti:

Manifesti protesta 23 marzo 2011

In calce a ognuno di essi era riportato un invito: «Artisti, intellettuali e giornalisti, non restate immobili, schieratevi! Contro il fascismo non un passo indietro».

Certo, se schierarsi significa andare a fare baccano davanti alla Mondadori perché non abbia luogo una manifestazione, non sperate di trovare molto appoggio.

Per quanto io sia contrario a ogni manifestazione anche vagamente fascista, non posso non ritenere deprecabile il comportamento di alcune frange facinorose della sinistra (o dei cosiddetti anarchici) che cercano di farsi ragione a colpi di bombe carta e petardi e spranghe di ferro o mazze di legno. Francamente, mi viene voglia di prendere le distanze da ogni forma di contestazione violenta, soprattutto quando è volta a impedire che qualcuno possa esprimere liberamente il suo pensiero, per quanto distante dal nostro, becero e inumano.

Voltaire, sosteneva che avrebbe dato la sua stessa vita perché un suo avversario potesse esprimere liberamente le proprie idee, per quanto non condivisibili.

Allora diciamo come stanno le cose: siamo di fronte a un gruppo di violenti che non hanno nulla a che vedere con la Sinistra, con la politica, con quello spirito civico che dovrebbe muovere ognuno di noi.

Se si vuole battere l’emergere di una logica violenta e neofascista, lo si deve fare sul piano intellettuale, dialettico e soprattutto nel comportamento. Evitando ogni violenza. Scagliarsi in questo modo contro il proprio avversario non è segno di maturità, è soltanto la messa in atto di una violenza irrazionale, quasi animalesca.

Perché a nessuno tra i manifestanti è venuto in mente di controbattere alle tesi di Casa Pound attraverso un contraddittorio nel corso della presentazione?

Semplice.

Il loro intento era quello di creare disordini, e basta.

Francamente non mi riconosco in questo tipo di protesta fine a se stessa.

Io rigetto ogni forma di fascismo, il nazionalismo esasperato, il razzismo e tutte le espressioni dei valori di una destra estrema e antidemocratica e violenta. Ma questo non giustifica nessuna rivolta di questo tipo.

Abbiamo avuto modo di vedere dove ha portato in passato la violenza. Nessuno, ritengo, può ripensare con nostalgia alla stagione delle stragi che ha insanguinato la nostra breve storia repubblicana.


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