I fiori d’arancio sono per la cittadinanza italiana, la più amata ed ambita, tanto da pagare e a contrarre finti matrimoni per riuscire ad averla «finchè giustizia non ci separi» .
Ora, sono solo una nota stonata all’interno della marcia nuziale e a renderli tale, ci ha pensato la Squadra Mobile di Palermo. Gli agenti sono risaliti a cinque palermitani, un uomo e quattro donne, che programmavano le nozze sufficienti a far ottenere un permesso di soggiorno ai mariti marocchini.
A capo della banda un palermitano, che godeva di una rete di complicità e conoscenze, localizzate dai poliziotti anche in Marocco, ma che, insieme ad una donna che ha finto di sposare tre diversi marocchini, è stato scoperto. La truffa è stata identificata dalla Squadra mobile di Palermo che dall'alba di oggi ha eseguito 14 ordini di custodia cautelare per associazione a delinquere e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina attraverso la celebrazione di matrimoni fittizi.
Cinque persone sono finite in carcere e altre nove sono agli arresti domiciliari. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dal Gip del Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini che ha accolto le richieste dei pm Calogero Paci e Daniela Varone.
A fare partire le indagini dell'operazione denominata «Dirham» è stata un marocchino che si è rivolto all'ufficio immigrazione della questura di Palermo per formalizzare il ricongiungimento con la moglie, la palermitana Rosa Cocuzza, sposata in Marocco. I poliziotti hanno scoperto che la donna aveva già contratto matrimonio con altri due marocchini, mentre un altro ancora, nel dicembre 2008, aveva inoltrato alla questura la richiesta per il rilascio della carta di soggiorno perchè anche lui coniugato con Rosa Cocuzza.
Ma nella realtà la donna non viveva con nessuno dei suoi finti «mariti». È stato lo stesso marocchino ad ammettere agli inquirenti che il suo matrimonio con Rosa Cocuzza fosse falso con l'obiettivo di ottenere il permesso di soggiorno in Italia per motivi familiari. Secondo quanto ha raccontato, nell' agosto del 2008, mentre si trovava a Casablanca, attraverso un mediatore suo conoscente aveva appreso dell'imminente arrivo di un'italiana disposta a sposare un marocchino in cambio di 4.000 euro, da consegnare in parte a un accompagnatore della donna, pure lui italiano.