Palermo, Via Isidoro La Lumia 22
CLOISONNE’ II edizione 11 dicembre 2015 – 11 gennaio 2016
Opening venerdì 11 dicembre 2015 ore 20:00
Artisti in mostra
Momò Calascibetta, Nicolò Morales, Miriam Pace, Ignazio Schifano
Curatela Giuseppe Carli
Direzione Monica Schiera
Segreteria organizzativa Francesca Del Grosso
Dopo il grande successo riscosso lo scorso anno, Bobez riapre le porte alla seconda edizione della collettiva di artisti che prende il nome “Cloisonné” a cura del critico Giuseppe Carli. In mostra opere degli artisti Momò Calascibetta, Nicolò Morales, Miriam Pace e Ignazio Schifano.
All’interno dello spazio espositivo i predetti artisti sono messi a confronto permettendo al visitatore di vedere il loro operato sotto una luce diversa poiché proprio il paragone permette di approfondire e di riconsiderare l’apprezzamento di gusto che noi tutti abbiamo verso l’artista. Come la tecnica a cloisonné, gli artisti appartengono ad un’unica composizione pur rimanendo ben distinti e riconoscibili nei loro colori: riescono ad intessere un’unica trama e a convivere assieme in un’unica collettiva offrendo al pubblico la possibilità di valutare le opere scoprendo assonanze e diversità, e scegliendo quale sia quella a lui più vicina.
Miriam Pace
Maremoto cosmico 100×80, acrilici e vernici su tela
Miriam Pace esplora lontananze stellari e vicinanze subatomiche, unificando insieme estasi contemplativa e attenzione scientifica. Ella si muove tra forme che denunciano il piacere della vita infinita e il sospetto finito della malattia, nascita e morte delle cose. Senza dubbio il valore della progettualità assume un peso determinante nella sua strategia linguistica in quanto portatrice di particolari articolazioni della materia. Opera attraverso la moltiplicazione di un elemento standardizzato assumendo la forza lungimirante e intuitiva sulla lontananza e anche la capacità d’osservazione ravvicinata al lavoro, come al microscopio. Ecco in tal modo confermato il processo aristotelico verso la conoscenza, l’attitudine a rappresentare la peculiarità esploratrice della forma che penetra nella materia e ne estrae la sua essenza.
Momò Calascibetta
Eroe e vittima, omaggio a Picasso disegno 150 x 120
Il mondo dei sogni di Momò è abitato da draghi-unicorno, coccodrilli, giunoniche domatrici in guepiere, toreri evanescenti, minotauri ingentiliti infiammati di passione amorosa. I suoi personaggi hanno assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con cupidigia, godono e si preparano all’atto unico dell’effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Gli elementi e le radici della sua “Sicilitudine”, sono stati sottolineati con testi di Sciascia, Bufalino, Consolo, scrittori che lo hanno sostenuto nel suo viaggio creativo. Nell’opera di Momò, da Mario de Micheli a Giorgio Soavi, da Dentice a Testori,da Philippe Daverio a Gillo Dorfles e Marco Meneguzzo sono state individuate le caratteristiche ed i canoni del grande e raro disegnatore satirico.
Nicolò Morales
fish, istallazione maiolica
Nicolò Morales è sicuramente un’artista/artigiano che possiede, pur essendo ancora giovane, tutte le caratteristiche del Maestro, ciò che lo distingue è la sua capacità di leggere e interpretare il progetto di autori diversi, che di volta in volta raccoglie con entusiasmo. Un entusiasmo che dimostra non solo l’amore per la sua professione ma anche l’interesse nel confrontarsi con progetti di altri autori, sapendo così dialogare con il progettista in una dimensione che spesso va ben oltre la semplice, e pur apprezzabile, esecuzione dell’opera. Nicolò Morales è quindi non solo un abile artigiano, un interprete-esecutore di altrui opere, ma anche un estroso artista che dimostra, nelle difficoltà di un territorio avaro di opportunità, la volontà di esprimere il suo talento, con opere originali e cariche di sapori mediterranei.
Ignazio Schifano
Cloisonnè, olio su tela 210 x 190
La pittura di Ignazio Schifano non è sinonimo di un qualche turbamento interiore, ma, al contrario è una visione nuova e analitica della natura che suggerisce una contemplazione attiva del mondo, con la quale anche l’osservatore, come le figure in essa dipinte, trova una naturale simbiosi, pervasa di quella vitalità che segna l’avvio a una qual si voglia giocosità.Pur non dimenticando mai la lezione dei maestri del passato, va progressivamente elaborando una maniera personale, con uno studio sempre più approfondito degli effetti atmosferici e luministici, interessandosi sempre più al paesaggio e agli aspetti più sublimi della natura. In quest’ottica l’opera di Schifano si iscrive in un più ampio panorama artistico che riconosce nella natura la possibilità per l’artista di una proiezione assoluta della propria soggettività.