Nell’ambito della manifestazione “Un’Estate con SiciliAntica” si terrà lunedì 18 agosto 2014 alle ore 17,00 a Palermo la visita guidata alla Grotta della Molara. Per informazioni Tel. 346.8241076. L’appuntamento è davanti la sede della Riserva. L’iniziativa, prevista inizialmente alle ore 21,30, è stata anticipata per necessità interne del personale della Riserva.
La Grotta Molara è un antro seguito da una ampia grotta di medio sviluppo che si apre in periferia di Palermo nel quartiere Cruillas, alla base dei monti calcarei che circondano la città. La grotta ha avuto origine marina ed è coeva per formazione alle grotte orizzontali del Monte Pellegrino. Il vasto antro, che dà accesso alla grotta vera e propria, è stato utilizzato come riparo per gli animali, oltre che, durante l’ultimo conflitto mondiale, per numerose famiglie che qui trovarono rifugio per difendersi dai bombardamenti. La grotta è nota come la cattedrale delle stalattiti
La Molara conserva ancora intatto il suo deposito antropozoico, grazie anche alla sua particolare morfologia. La cavità è stata oggetto di varie campagne di scavi archeologici nel 1968 e nel 1975, guidati dal noto studioso di archeologia preistorica Giovanni Mannino. Gli scavi hanno accertato una sequenza di strati che vanno dal XII secolo fino all’Epipaleolitico, con due sepolture mesolitiche. Dai livelli più alti sino a circa due metri sono emersi frammenti di ceramiche risalenti al periodo normanno e all’età ellenistica. Scendendo più in profondità invece, ci si è imbattuti nei reperti di età preistorica, che vanno dall’età del bronzo al Paleolitico Superiore con frammenti di ceramica neolitica e di tipo gravettiano. Risalenti al Mesolitico invece tre importantissime sepolture prive di corredo con inumati. Uno degli scheletri ritrovati è stato sottoposto a datazione assoluta con il metodo della racemizzazione degli amminoacidi che ha sentenziato che risale a circa 8.600 anni fa. Le caratteristiche fisiche sono assimilabili all’homo Sapiens sapiens del tipo europeo di “Cro-Magnon”, mentre l’esame della dentatura ha consentito di risalire alle abitudini alimentari di quell’uomo preistorico che si cibava fondamentalmente di vegetali, con alto consumo di carboidrati e zuccheri, causa di vistose carie dentali. Scendendo ancora gli scavi hanno restituito ossa di cervidi e di volatili e un molare di un elefante nano, una specie vissuta in Sicilia nel Pleistocene la cui altezza si aggirava intorno a 1,8 m e il peso di circa 1.100 Kg. L’iniziativa si tiene in collaborazione con i Gruppi Ricerca Ecologica.