Un poliziotto muore misteriosamente cadendo dalla finestra, il collega ispettore Marek prova a far luce sul caso mentre è tormentato da strane visioni.
La sinossi di IMDb batte prepotentemente sul fatto che Palimpsest (2006) sia un film spalmato su due piani: il primo è quello della crime story dura e pura in cui la polizia tenta di ricomporre il puzzle dell’omicidio, il secondo riguarda le esperienze quasi lisergiche (/ipnotiche) che colpiscono il protagonista. In effetti è così, sussiste questa duplice forma di narrazione che va a braccetto fino alla conclusione dell’opera, il problema è che non c’è altro, è tutto qui. Prodotto da (e forse anche per) la tv polacca, la pellicola di tal Konrad Niewolski ne succhia tutto il male possibile riassunto in una piattezza riconoscibilmente catodica. Se si esclude la fotografia ambrata, unico aspetto che devia dalla banalità, il resto si disperde in un bolso zoppicamento procedurale dove delle indagini sull’assassinio frega pochissimo. Ancora meno, poi, dei flash che Marek subisce contro la sua volontà, i quali oltre ad essere stantii (quanti poliziotti abbiamo visto nella storia del cinema e della letteratura angosciati da inquietanti ossessioni?) non si amalgamano con il resto del racconto già moribondo di per sé.
Ma il vero disastro arriva col finale che a questo punto spero di aver capito male io – purtroppo non ho trovato riscontri o divergenze a riguardo poiché non esistono recensioni di questo film nemmeno in inglese e ciò la dice lunga… – ma che se davvero è così ha una cifra dilettantesca ben poco invidiabile, con uno di quegli escamotage che andrebbero banditi da ogni tipo di sceneggiatura, quell’era tutto un sogno che permette di sbizzarrirsi prima della soluzione e una volta data legittima automaticamente tutte le magagne precedenti. Tanto non era reale, era solo il frutto dell’immaginazione. Bella storia, soprattutto originale, complimenti, spero davvero di non aver colto qualche passaggio.
Non so voi, ma io non farei mai distribuire un film che già nel titolo si autocelebra perché c’è il rischio di disattendere delle aspettative, cosa che puntualmente accade. Altro che hypnotic, al massimo è uno sleepy mystery!
Filmetto dimenticabile che farete bene a lasciare nell’oblio di celluloide.