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Il corpo è a casaMa il cuore nel ventoDove le nuvole sono titoliIn un cielo prima pagina( Tom Waits)
Palis d’Arint, quel nome, letto su un cartello, la prima volta di passaggio a forcella Vualt, scritto in blu, come i bollini che si inerpicano su per il bosco. Un anno dopo lo stesso nome, un altro cartello poco prima del Cjasut del Scior, il piccolo nido d’aquila sul Monte Vualt. Dunque c’è un sentiero che dalla cima del Monte scende in forcella….. non è segnato sulle carte, cresce la curiosità. Palis d’Arint a volte mi ritorna in mente. Trovo poche notizie ma sembra sia un bel sentiero in cresta, panoramico e interessante. L’impulso dice che oggi è la giornata giusta, è li che dobbiamo andare. Non so perché, so solo che si può fare. Quello che per noi è un sentiero misterioso si rivela poi un percorso ben mantenuto, che regala belle emozioni anche se oggi in parte nascosto dalle nuvole.Si perché oggi le nuvole sono libere. Libere di farsi trasportare dal vento, si appropriano di tutte le direzioni estendendosi senza meta seguendo l’impulso che le genera. E oggi siamo con le nuvole o meglio, siamo passeggeri delle nuvole, una cosa straordinaria è essere li, oggi, adesso, sulle montagne, dove passano le nuvole più belle.Inversione termica prevista. Spero proprio sia la giornata giusta quando iniziamo l’escursione lungo il tratto di sentiero CAI 450 che dal parcheggio si infila in uno dei boschi di faggio e pino nero che amo di più. Alti sul Rio Alba, nel silenzio autunnale, lo stesso tratto che porta verso lo splendido anfiteatro del bivacco Bianchi, salvo poi deviare in direzione del rifugio Vualt e delle sorgenti del rio Alba.
Il cielo è grigio sopra di noi, ma, nonostante i dubbi di Marisa, spero che la giornata sia giusta. Evitiamo il tratto di strada imboccando il sentiero che attraversa il rio alba per poi risalire il costone erboso e sbucare nei pressi del ruderi del vecchio ospedale militare di Vualt. Sosta. Il cielo è ancora grigio e la temperatura frizzantina. Dopo una visitina si riparte, il sentiero è proprio dietro l’ex ospedale, lo conosciamo.
Un bel percorso che alterna tratti un più ripidi a tratti in falsopiano sempre immersi nel bellissimo bosco della Riserva Naturale della Val Alba. Incrociamo un escursionista che scende, ci preannuncia che su, sopra le nuvole c’è il sole. Senza accorgermi sto accelerando il passo, forse penso che durerà poco, le nuvole salgono con noi da fondovalle, forse durerà poco ……
Poi per magia, in corrispondenza del bivio che porta alle cime di Gleris le nuvole sembrano trovare buon stare, si fermano li in equilibrio tra il cielo e il bosco che si dirada in pino mugo, poco prima di arrivare alla forcella. Rallentiamo, ormai è certo le nuvole son sotto di noi, o meglio noi siamo sopra le nuvole. Ancora qualche passo verso l’alto, sopra i rami degli alberi che impediscono parzialmente la visuale e il mare di nubi si estende lontano.
Al Cjasut del Scior lo spettacolo…… le cime sono come velieri che sembrano scivolare tra le onde della nostra fantasia. Le più alte le riconosciamo, anche quelle lontane, le altre si nascondo, tra i flutti.Seduti sulla panchina davanti al piccolo bivacco, a picco sul mare di nubi, è forte la tentazione di camminarci sopra. Sembra ma non si può……. Però si può volare, con la fantasia, lasciarsi andare come l’albatros di Boudelarie, liberi di sollevarsi da terra.
Sognatori con i piedi ben piantati sulle nuvole andiamo incontro alle Palis d’Arint. Mai nome sembra più azzeccato oggi. Il sentiero è quello che porta alla piccola cima del Vualt, con la piccola croce, Andiamo avanti oltre la vetta, a saliscendi a poca distanza dai dirupi, con le spalle tra le nuvole ma ben attaccate alla testa. Non conosciamo il percorso, per ora non sembra difficile ma ci mettiamo la giusta attenzione, che non si dica poi che caschiamo dalle nuvole. Non è che poi io sia così leggero e anche se in fondo siamo Sottosopra, non credo di essere in grado, per ora, di cadere verso l’alto.
Tratti particolarmente ripidi su balze erbose, ma mai esposti, alternati a traversi che aggirano costoni rocciosi, sopra e sotto il filo del cielo, in bilico tra sogno e son desto scendiamo dalle nuvole, o meglio entriamo dentro le nuvole che, adesso ci negano di vedere lontano per introdurci nel grande bosco di faggi di forcella Vualt.
Bosco d’autunno, faggi altissimi, diritti e vanitosi ci accompagnano fino al ricovero omonimo dove si riprende contatto con la terraferma……..E qui si smette di fare i Peter Pan …………….Poi,alla fine, nel ritornare adulti riusciamo a trovare anche il lato positivo……. Lasciamo star le nuvole e le loro forme per cercarle nella schiuma di una buona birra a Resiutta
Abbiamo allungato le mani per cercare di prendere le nuvole, una parte di noi era li, l’altra era sulla terra. Risistemiamo affascinati le due parti di noi prima che le parole svaniscano mestamente quando, una volta scesi a valle il cielo ritornerà il solito cielo di sempre ( e l’albatros fatica a volare) ………
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