Caratteristiche generali
La palma da dattero, nota anche con il nome di Phoenix dactylifera, è originaria delle regioni del nord dell’Africa. Essa appartiene alla famiglia delle Acecacee, presenta un fusto molto dritto in grado di raggiungere dimensioni massime di 30 metri; la corteccia ha una struttura ruvida, dovuta alla presenza dei resti delle foglie cadute durante la sua crescita. Il fogliame si trova esclusivamente sulla cima ed è composto di un numero massimo di circa 30 foglie verdi, pennate, lineari e in grado di raggiungere dimensioni massime di circa 5/ 8 metri di lunghezza. Le infiorescenze sono dioiche (alberi che sviluppano fiori maschili e alberi che sviluppano solo fiori femminili), di piccole dimensioni, di colore bianco e crescono all’ascella delle foglie. I fiori maschili sono presenti in numero inferiore rispetto a quelli femminili, i quali vengono impollinati attraverso i venti. I frutti femminili, dopo l’impollinazione, producono dei frutti chiamati datteri che col passare del tempo tendono a scendere verso il basso. Ogni grappolo può raggiungere dimensioni di circa 5 centimetri e pesare addirittura 25 chilogrammi circa.
Impollinazione, clima e terreno

Varietà e irrigazione

Palma da dattero: Tecniche di coltivazione
La principale tecnica di coltivazione della palma da dattero è la propagazione mediante polloni. La moltiplicazione mediante semi, solitamente non è praticata, in quanto essa può dare vita ad esemplari con diverse caratteristiche dei frutti. Riguardo alla moltiplicazione mediante polloni, basta rimuovere quello nato dalla pianta madre e metterlo a dimora in piena terra almeno dopo un anno. La produzione dei primi frutti si ha tra il 6° e il 7° anno d’età. La potatura delle foglie vecchie è molto importante, giacché si evita l’insorgere di malattie e attacchi ad opera di parassiti. La raccolta dei datteri avviene tagliando interamente il grappolo, e a essa segue un trattamento per proteggere la pianta dall’attacco d’insetti molto dannosi per la sua salute. Tra i principali parassiti dannosi, il più noto è il punteruolo rosso. È un coleottero molto infestante che porta alla morte della pianta. La cura principale è data dall’eliminazione delle parti vegetative infette.
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