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Palmipedone #197 —Sailing to Philadelphia—

Creato il 19 febbraio 2011 da Ilainwonderland

Nel 1861 Re Carlo II d’Inghilterra concesse a tale William Penn la fondazione, in America, di una colonia a maggioranza religiosa quacchera comprendente il territorio del Delaware (già colonia olandese) e le zone circostanti sopra il Maryland che, invece, c’era già da prima.
L’atto costitutivo del Maryland stabiliva il suo confine settentrionale al 40° parallelo nord. Quello della neonata Pennsylvania definiva invece il confine sud lungo il Twelve-Mile Circle (una specie di arco di cerchio di raggio di circa dodici miglia centrato sulla cupola del palazzo di giustizia della città di New Castle, in Delaware), percorso in senso antiorario, e lungo il medesimo 40° parallelo per una longitudine ovest corrispondente a cinque gradi. Capitale della colonia sarebbe stata Philadelpia. Vi ho fatto un disegno:

Palmipedone #197 —Sailing to Philadelphia—

Sarebbe stato perfetto se il 40° parallelo avesse effettivamente intersecato il Twelve-Mile Circle: non solo è è decisamente più a nord, ma si trova anche più a nord della città di Philadelphia la quale non risultava quindi in Pennsylvania, ma in Maryland. Con sommo disappunto quacchero. E che ci fu una guerra di confine non c’è bisogno che ve lo venga a raccontare io.

La corona britannica si decise a risolvere il problema con appena ottant’anni di ritardo, nel 1760, quando inviò due tizi a risolvere la questione.
Il primo era un cartografo, tale Jeremiah Dixon, un Geordie, cioè inglese originario della regione del Tyneside (dal nome del fiume Tyne) e per la precisione della contea di Durham, che se v’immaginate la Gran Bretagna come una vecchia seduta che guida, questi posti stanno un po’ più giù della cervicale della vecchia in questione. Il padre era propietario di miniere di carbone ed era quacchero, questa è una storia piena di quaccheri.
Il secondo, Charles Mason, era un astronomo del Gloucestershire (che si trova sotto il braccio della vecchia). Per qualche anno aveva lavorato presso l’osservatorio reale di Greenwich come assistente del Reverendo James Bradley. E James Bradley non era mica uno qualunque, ma la sua storia l’ha già raccontata in maniera magistrale uno che di astri e astronomi se ne intende sicuramente più di me, e questo tale è il mio Prof. di astrofisicadue Amedeo Balbi, che è pure un divulgatore di prim’ordine. Quindi se volete sapere qualcosa in più su James Bradley ve lo andate a leggere qui. Charles Mason, figlio di un panettiere (che non sono riuscita a capire se fosse quacchero o meno), si dedicò per tutta la sua vita, in qualità di astronomo, a perfezionare le cosiddette Tavole Lunari che dovevano servire come strumento per determinare la longituidine durante la navigazione.
I due si conobbero durante una spedizione verso Sumatra (nell’Oceano Indiano) per osservare il transito di Venere (Dixon, oltre ad essere un cartografo, era anche un astronomo dilettante); per amor di cronaca a Sumatra non ci arrivarono in tempo perché la spedizione subì un attacco da parte di una tre alberi francese per cui furono costretti ad effettuare l’osservazione da Capo di Buona Speranza, che è la punta meridionale dell’Africa.
Nel 1763 i due furono incaricati dalla Royal Society per conto della Corona Britannica di stabilire un nuovo confine fra Pennsylvania/Delaware e Maryland ché, chiaramente, la scelta del 40° parallelo nord non era ottimale per nessuno. Ci misero cinque anni. La Mason-Dixon Line risultò composta composta di quattro “segmenti”: una linea tangente, una linea Nord, un arco di cerchio (il Twelve-Mile Circle) ed il 39°43′ parallelo nord, appena sotto il punto più a sud di Philadelphia, per fare contenti i quaccheri.

Palmipedone #197 —Sailing to Philadelphia—

Tra la linea Nord, il 39° parallelo ed il Twelve-Mile Circle risultò confinato un piccolo cuneo di terra (the Wedge) sul quale solamente il Maryland non poteva esercitare alcun diritto di possesso in quanto aldilà della Mason-Dixon Line. D’altro canto Pennsylvania e Delaware si trovavano entrambi sotto lo stesso governatore per cui, inizialmente, non c’era alcun interesse nel chiarire di chi fosse la giurisdizione. Ovviamente quando Delaware e Pennsylvania divennero indipendenti l’uno dall’altro il triangolino di terra divenne motivo di liti che terminarono ufficialmente solo nel 1921. Nel millenovecentoventuno. Dopo tre anni nacque mia nonna. E Rita Levi Montalcini era già nata. Nel millenovecentoventuno decisero che sarebbe appartenuto al Delaware. È così ancora oggi.

Vi ho raccontato tutta questa storia primo per accrescere immensamente la vostra cultura, secondo perché mi piace aver qualcosa da narrare che non siano gli affari miei e terzo perché c’è una canzone bellissima in cui Mark Knopfler e James Taylor interpretano rispettivamente Jeremiah Dixon (the Geordie boy) e Charles “Charlie” Mason (a baker’s boy) che si recano a Philadelphia (a world away the coaly Tyne, un posto lontano dal Tyle nero di carbone) per disegnare la Mason-Dixon Line.
E niente. La canzone è questa:

ed il testo lo trovate qui.

Fra l’altro, mentre si occupavano di prendere le misure necessarie per tracciare la Mason-Dixon Line, i nostri eroi si accorsero di un errore sistematico: detto in soldoni, le misure effettuate con il teodolite tiravano da una parte. Quando queste informazioni giusero alla Royal Society, in Inghilterra, un altro illustre membro, tale Henry Cavendish, capì che la grande massa dei monti Allegheny, esercitava un’attrazione gravitazionale sugli strumenti di misura dei due scienziati britannici: tale attrazione, per quanto lieve, non era compensata sul lato opposto da una massa equivalente poiché l’acqua dell’oceano Atlantico era molto meno densa della roccia.

Poi, magari, il resto della storia ve lo racconto un’altra volta.



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