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Pan e attacchi di panico

Da Psicoterapeutico
Pan e attacchi di panico

Attacchi di panico

La redazione del Ministero della Salute,nel 2010, ha stimato che il 20% della popolazione italiana avrebbe sperimentato attacchi di panico sporadici nel corso della vita, mentre una percentuale tra l’1% e il 5% avrebbe sviluppato il vero e proprio “disturbo di panico”

Pan, divinità greca, protettore dei boschi, delle foreste, dei cacciatori e dei pastori si divertiva spaventando i passanti e si narra che egli stesso fu terrorizzato dalle sue stesse urla. Alla sua nascita Pan venne abbandonato dalla madre a causa del suo aspetto mostruoso: corpo caprino ricoperto di peli, sul capo due corna e dalla bocca denti aguzzi ingialliti. Metà uomo, metà bestia. Pan incarna molto bene la complessità della natura umana, nella sue contraddizioni e nei suoi conflitti. Il bello e il brutto, il razionale e l’irrazionale, l’umano e l’animalesco!

Non esistono attacchi di panico identici perché l’unicità della persona, della sua storia, del suo vissuto, delle sue emozioni, del suo corpo…rendono unico quel momento di comunicazione estrema urlato dal corpo! Pan bussa violentemente alla porta del nostro corpo, spalancandola ed entrandovi con veemenza per comunicare: “C’E’ QUALCOSA CHE NON STA ANDANDO!”……ma spesso si è sordi nell’ascoltare i messaggi che il corpo invia. Eppure non c’è linguaggio più chiaro di quello del nostro corpo, se lo si sa ascoltare!

Il panico non ha età e soprattutto non ha sesso, sebbene le statistiche indichino che Dio Pan vesta di rosa!

La donna è fisiologicamente e culturalmente predisposta ad esprimere maggiormente un suo disagio, al contrario di alcuni uomini che, per onorare il dogma “un vero uomo non deve piangere mai!”, tendono a esprimere e riconoscere meno i propri disagi intrapsichici ed emotivi. Durante l’incontro è emersa altresì la difficoltà di riconoscere gli attacchi di panico come ‘reale’ sofferenza della persona.

La prevenzione del Disturbo da Attacchi di Panico non è utopia! E’ possibile informare e sensibilizzare le persone a questa problematica che oggi si vive sempre più frequentemente per cause individuali, ambientali e macrosociali.

E’ opportuno quindi:
1. Riconoscere il proprio ( o altrui, nel caso di operatori della salute) disagio;
2. Esprimere il proprio disagio;
3. Richiedere aiuto a specialisti (psicologi, psicoterapeuti, psichiatri).

Si può dire addio a dio Pan, e lo si può fare per sempre !


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