Dallo scorso lunedì il Palazzo delle Arti di Napoli, in via dei Mille, ospita una mostra multidisciplinare, che raccoglie quadri, fotografie, ma anche illustrazioni, fumetti ed opere di interior design, messi assieme per raccontare parte di quelle realtà che sono vissute oggi da alcune donne.
La mostra è parte di un percorso che intende aprire una discussione su alcune derive dell’amore, su quando l’amore smette di essere tale e diventa violenza. Per questo, la scelta del nome della mostra è ricaduta sulla citazione del titolo del libro della sociologa Rosa Tiziana Bruno: “Chiamarlo amore non si può”, edito da Mammeonline.
L’evento, di cui la sociologa è curatrice e ideatrice, rientra tra le iniziative di MarzoDonna ed è patrocinato dal Comune di Napoli. In calendario è previsto anche un seminario aperto a circa 420 giovani provenienti da diverse scuole della Campania e del Lazio, medie e superiori, e tenuto dalla stessa Bruno, la quale sostiene: ”Lo scopo principale è provocare un cambiamento nella mentalità delle persone, partendo dalle giovani generazioni, affinché la violenza contro le donne possa un giorno finalmente scomparire.”
Le opere esposte sono circa sessanta, e provengono da varie parti del mondo, dal Giappone al Kwait, dalla Serbia, alla Francia, al Kenya. Attraverso la narrazione di vari amori, da quello di coppia a quello madre-figlio, gli autori vogliono mostrarci cosa è l’amore, e cosa invece lo rende malato.
Durante la settimana ci saranno anche performance musicali e canore del coro Daltrocanto e del gruppo CantAbils Ensemble, e nella giornata conclusiva, domenica 9 Marzo, si terrà un free photowalk per le strade della città, ovvero una passeggiata fotografica organizzata da Igersnapoli, Neapolis_moph e TheMinimals.