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siamo nella Catalogna distrutta- fisicamente e psicologicamente- dalle torture e dalle assurdità della seconda guerra mondiale, stracciata nel tessuto sociale dalla caccia alle streghe rosse attuata dai franchisti con l’avallo dei possidenti e degli ecclesiastici, violentata nel profondo da un sistema economico medievale che crea solo dissesto e una miseria indicibile; una Catalogna smarrita tra le pieghe di quella Storia che vorremmo non dover mai conoscere, quella di una umanità in ginocchio senza neanche la forza di alzare lo sguardo, capace solo di meschinità, ritorsioni, violenze, vessazioni, sotto la guida (per niente) ispirata di un latente e insormontabile autoritarismo, presagio evidente del futuro che verrà.
II.il mondo degli adulti
Andreu è solo un ragazzo quando si trova a dover convivere con tutto questo. per lui non si tratta di crescita o maturazione, bensì di un salto nel vuoto, una discesa velocissima e tortuosa nel mondo di bugie e sopraffazioni che è quello degli adulti, in primis i suoi genitori. il padre Farriol, un rojo perseguitato che si riempie la bocca di Ideali ma non ha problemi a vendersi al miglior offerente; mamma Florencìa, una madre coraggio tipica, forse la figura più coerente e onesta dell’intera opera, che però nasconde lo sguardo (e la verità) dietro una fitta rete di menzogne, e avendo per questo il (de-)merito di essere il detonatore che farà scoppiare la disillusione nel piccolo Andreu. il quale, in fondo, vorrebbe solo spiegare le sue ali e volare via da tutto questo- come il suo amico malato gli consiglia- per trovare la sua strada e affrancarsi da “quel” mondo. Andreu è, però, un figlio della guerra, ucciso sentimentalmente dalle lotte fratricide che coinvolgono la sua famiglia, in collera col mondo e i suoi abitanti, desideroso di appiccare il fuoco e fuggire via, lasciandosi alle spalle la grettezza, la miopia di quei posti.
III.storia di un assassino d’uccelli
quale sarà la sua strada, dopotutto? non la campagna, né la fabbrica, dove la madre si spacca la schiena dalla mattina alla sera. neppure la fuga con la cuginetta storpia e piromane, anche lei abbrutita dalla falsità e ambiguità degli adulti. niente di tutto questo. Andreu accetterà un destino diverso, che si costruirà annichilendo il suo lato umano, cinicamente; rinunciando e rinnegando quel microcosmo (tutto al femminile) di rassegnazione e piccole follie, dominato da una figura paterna con troppi scheletri dentro l’armadio, oramai dimentico delle sue deboli ali.
titolo originale: Pa negreun film di Agustì Villaronga2010
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