Ricetta per persone n.
4
Ingredienti:
80 g di gherigli di noce
50 g di uvetta, già ammollata
1 cucchiaio di Pecorino di Norcia grattugiato
50 g di Pecorino di Norcia a pezzetti
5 chiodi di garofano
50 g di strutto
vino rosso secco
olio extravergine di oliva
sale
pepe
farina per la spianatoia
Preparazione: 30’ più il tempo di riposo e lievitazione + 40’ di cottura.
- Sbollentate per circa 1 minuto i gherigli di noce, scolateli, passateli sotto l’acqua corrente, togliete la pellicina che li riveste, quindi tritateli grossolanamente.
- Mettete l’uvetta in una ciotola, unite il pecorino grattugiato e quello a pezzetti, le noci tritate, una presa di sale e una di pepe, i chiodi di garofano macinati, lo strutto, mezzo bicchiere di vino e 1 cucchiaio di olio.
- Mescolate bene e fate riposare il composto per circa 10 ore.
- Trascorso questo tempo, disponete la pasta da pane sulla spianatoia infarinata.
- Unite il composto preparato e amalgamate bene il tutto fino a ottenere una pasta liscia e omogenea.
- Formate con l’impasto una palla e dividetela a metà ottenendo due piccole pagnotte.
- Incidete la loro superficie con un taglio a croce e lasciatele lievitare per una notte intera, coperte e in un luogo tiepido.
- Quando saranno ben lievitate, passate le due pagnotte in forno caldo a 200 °C e cuocetele per 30-40 minuti.
- Sfornate, lasciate raffreddare e servite.
Vino consigliato: accompagnate il pan nociato con un vino bianco gradevole e immediato, come il Colli Perugini Bianco o il Trebbiano di Romagna.
Riconosciuto dalla Denominazione di Origine Controllata nel 1973, il Trebbiano di Romagna è insieme al Sangiovese il simbolo enologico della regione a sud del Po. L'origine della sua coltivazione in Romagna è antica, sembra risalire addirittura al periodo degli Etruschi e dei Romani, quando vennero impiantati i primi vitigni di Trebulanus sulle terre bonificate della Romagna e sulle colline preappenniniche.
Il Trebbiano di Romagna DOC è prodotto nelle zone collinare delle province di Bologna, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Il vitigno è a bacca bianca, con grappoli medio-grandi e compatti e alati. L’acino è di dimensioni medie, con buccia consistente, di colore verde-giallognolo e ricca di pruina.
Nel calice si presenta di colore giallo paglierino, più o meno intenso. L’aroma è vinoso e fruttato, particolarmente gradevole e con sentori di frutta bianca e di erbe aromatiche.
Al palato è armonico, secco, giustamente fresco (acido) e sapido. È un vino particolarmente leggero e delicato, ideale da consumarsi giovane, entro l'anno successivo alle vendemmia.
Il Trebbiano di Romagna DOC va servito in calice a tulipano a stelo lungo a una temperatura di 8/10° C. Ottimo come aperitivo, si sposa egregiamente con antipasti delicati, a base di pesce o di verdure. In Romagna accompagna la piadina con lo "squacquerone", formaggio fresco locale, e con i salumi come il prosciutto crudo e il salame.
Alcune (eno-) curiosità.
Il Trebbiano di Romagna degustato appartiene alla linea Brumale del Consorzio Caviro: una linea prodotta con le più pregiate varietà di uve italiane, la cui immagine è strettamente legata alle tradizioni nazionali di vinificazione e che annovera anche Sangiovese di Romagna, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola, Grecanico Inzolia, Rosso Sicilia.
Forte di 41 cantine associate e più di 20.000 viticoltori su tutto il territorio italiano, il Consorzio Caviro è oggi l’azienda leader del settore vitivinicolo nazionale. Grazie all’esperienza dei soci e alla loro profonda conoscenza del vino, Caviro può vantare un’efficace "rete di qualità" che assicura il controllo sull'intera filiera produttiva e di conseguenza sulle caratteristiche di ogni singola linea di prodotto commercializzata.
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