In un caldo e assolato sabato pomeriggio di luglio risulta difficile pensare alla musica live... magari è più accettabile alla sera. E’ forse questo un possibile motivo per cui sabato 9 luglio i torinesi Pandora hanno avuto poco seguito nel corso della loro esibizione, ai Magazzini Musicali Merula, nei pressi di Bra, nel cuneese.
La mia curiosità, la mia voglia di vedere dal vivo questo gruppo di cui si parla con sempre maggior frequenza, mi ha fatto alzare dalla comoda sdraio di fronte al mare, per spostarmi di qualche chilometro verso nord, alla ricerca di qualche conferma.
Partiamo dalla location, cioè la prima cosa che mi ha colpito.
”Merula “ è per me un luogo di perdizione, nel senso che, se potessi, spenderei un patrimonio per l’acquisto di strumenti e accessori vari. E nel mio piccolo riesco sempre a trovare qualche micro soddisfazione. Ma oltre ad ogni ben di Dio, c’è anche posto per la musica dei professionisti. Un grande capannone è infatti stato adibito a sala concerti, con spazi degni di un teatro, un palco di dimensione oceanica (una manna per i musicisti) e una zona confortevole a tal punto da non far patire all’audience le sfavorevoli condizioni climatiche. Ovviamente gli impianti musicali sono di primissima qualità.
Ma il palco che io trovo all’arrivo è ben coperto dalla strumentazione dei Pandora (tranne l’Hammond messo a disposizione da Merula) che è davvero completa ed anche appagante visivamente.
Beppe Colombo, “il meno giovane”, il musicista con cuoi ho condiviso, senza saperlo, il concerto torinese dei Genesis, nel 1974, appare stupito della mia presenza e mi presenta al resto del gruppo.
I Pandora nascono nel 2005 da un’idea di Beppe, tastierista, e del figlio Claudio, polistrumentista. Il terzo elemento fisso è Corrado Grappeggia, anch’esso tastierista e voce. Assieme a loro il chitarrista Jerry Arcidiaconoe il bassista Leonardo Gallizio, che da febbraio accompagnano il trio originale.
In questa occasione, tutto il concerto è stato trasmesso in diretta, in streaming, su TSR RADIO, una buona occasione quindi per diffondere il verbo della band attraverso lariproposizione dell’ultimo album, “Sempre e Ovunque oltre il Sogno”
( http://athosenrile.blogspot.com/search/label/Pandora-%22Sempre%20e%20Ovunque%20Oltre%20il%20Sogno%22),
intercalato dabrani tratti dal primo lavoro, “Dramma di un Poeta Ubriaco”. Non è mancato un tributo ai grandi chitarristi prog del passato (ma ancora nel presente), come Steve Howe, Steve Hackett e Greg Lake.
Beppe Colombo è un uomo molto sensibile e la sua commozione non é “da palco”, avendola io stesso sperimentata nel corso di una telefonata. E’ per luiemozionante parlare della musica di un tempo e di quel giorno di febbraio in cui i Genesis si rivelavano a qualche adolescente, come io e Beppe eravamo allora…. è per lui emozionante parlare di un sogno musicale che sta diventando realtà… è soprattutto per lui emozionante suonare col figlio Claudio, un vero talento musicale.
E sul palco esce l’anima, la vera forza, che è il conseguente legame dell’intero progetto, e se è chiaro che la presenza di Claudio è a tratti trabordante, è altresì certo che esiste un amalgama e un’intesa che permette al solista di dare valore aggiunto.
Ma cosa esce da questo vaso di Pandora, una volta scoperchiato? Come sottolineato da Beppe, non si è deciso a tavolino il genere musicale da proporre, ma la musica è scaturita per via naturale, seguendo le influenze e le esperienze accumulate nel tempo. Di fatto si arriva ad una musica in gran parte strumentale, fatta di brani “dilatati”, con atmosfere generali che fondono il prog tradizionale con qualcosa di più “metallico” intriso di elementi “mitologici”. Claudio Colombo risulta essere in primo piano, cosa tutto sommato anomala per un drummer. Non sto parlando, in questo caso, di abilità tecnica, ma di posizionamento preminente dello strumento all’interno di una esibizione. In ogni momento del concerto emerge un passaggio, una rullata, uno stacco che risulta significativo nell’economia generale, e non fine a se stesso. Batteria, chitarra e… tastiere. Sì, anche in quel caso il giovane Colombo dimostra le sue grandi capacità.
Corrado Grappeggia e Beppe Colombo si dividono il compito di gestire le trame, talvolta complicate, con il “peso” o il piacere, per Corrado, di dedicarsi alla parte di vocalist.
Grandi musicisti i due “aggiunti”, Arcidiacono, molto tecnico (quanto ho invidiato la su pedaliera!) e preciso, sia all’elettrica che all’acustica, e di Gallizio, bassista potente e fantasioso.
Quasi due ore di concerto, davanti a non molta gente ( fatto di per sé poco motivante), ma senza cenni di risparmio, anzi, con un entusiasmo ammirevole.
Il nome Pandora incomincia a girare con una certa frequenza tra gli appassionati di musica e la ragione mi è ancora di più chiara dopo aver assistito alla performance di sabato. Di sicuro riusciranno a ritagliarsi lo spazio che meritano, nonostante i tempi non siano favorevoli a chi propone musica di impegno.
Sul palco una serie di maschere, quasi tutte sorridenti… tutte meno una. Ma non ci sono motivi per non essere felici quando un sogno diventa realtà, e quanto prima, anche l’ultima maschera cambierà espressione, ne sono certo.
Promossi a pieni voti, dopo una performance che mi è sembrata a tratti entusiasmante.