Sessanta milioni di ascoltatori. Non è male, per una radio che si può ascoltare soltanto su internet e, da qualche tempo, su alcuni modelli di auto prodotte dalla Ford. Si chiama Pandora, è nata dieci anni fa, e gode di ottima salute. L’ascolto è limitato agli Stati Uniti, e – se si prova a cliccare sul sito da altri paesi – appare un messaggio di scuse. E’ un problema di diritti d’autore, perché Pandora è in regola con le leggi americane sui diritti d’autore, grazie agli accordi sottoscritti.
![pandora Pandora: quando la radio su internet diventa business](http://m2.paperblog.com/i/6/66686/pandora-quando-la-radio-su-internet-diventa-b-L-4.jpeg)
Il suo fondatore, Tim Westergren, sottolinea il successo crescente, dovuto soprattutto alla diffusione di internet mobile. La radio è infatti disponibile su iPhone, Blackberry, Palm e sugli smartphone equipaggiati con Windows Mobile e Android.
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Pandora si finanzia con la pubblicità e permette agli ascoltatori di costruire palinsesti personalizzati. Ognuno può ascoltare la musica che preferisce. Ogni giorno ci sono novantamila nuovi utenti. Il prossimo obiettivo? Entrare nelle case e nelle automobili, con apparecchi radio collegati a reti wireless. Quanto alle auto, con Ford c’è già una collaborazione e sono in corso trattative con l’indiana Tata.
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