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Paola Tagliaferro

Creato il 06 ottobre 2013 da Athos Enrile @AthosEnrile1
Paola Tagliaferro L’incontro con Paola Tagliaferro è avvenuto un anno fa, ed è stato del tutto casuale. Dal nulla esce la notizia: Greg Lake in tour in Italia. La mia persona di riferimento per quanto riguarda l’aspetto organizzativo è Paola, con cui mi sento al telefono e che incontro successivamente a Piacenza per il primo concerto. Era quindi per me chiaro il suo ruolo di promoter, idea rinforzata a distanza di una settimana, quando ci ritroviamo a Zoagli per una nuova occasione a base di Lake, questa volta molto più intima della precedente. Col passare del tempo ho scoperto che l’aspetto manageriale applicato alla musica era per lei una novità, perché Paola è in realtà un’artista: cantante, musicista, studiosa e anche attrice. Mi ritrovo ora tra le mani il risultato della sua collaborazione con Max Marchini, due album i cui titoli sono Chrysalis e Milioni di lune. Il dubbio che mi sorge è relativo ad una scelta: parlo degli album in dettaglio o provo a dipingere il mondo di Paola? L’approfondimento è sempre possibile, ma ora mi pare più interessante fornire l’immagine che arriva ad uno spettatore esterno quale io sono, assolutamente parziale quindi, ma un piccolo passo utile, spero, per  favorire la visibilità di un’artista di grande valore. La voce è l’eccelso strumento attraverso il quale Paola Tagliaferro si esprime. L’espressività e la capacità di modulazione superano come importanza sia l’estensione che il valore aggiunto derivante dalle caratteristiche naturali personali, e la sperimentazione - che prolifica in un capiente contenitore fatto di improvvisazione - fa di lei un’innovatrice nel campo della ricerca musicale. La squadra gioca a suo favore: Max Marchini e Francesco Paladino - cito chi conosco personalmente - hanno una predisposizione naturale per le azioni a base di cultura, senza far conto sulla spendibilità della propria arte, perché la passione supera qualsiasi barriera, e conduce al risultato finale. Accade perciò di trovare Paola protagonista di due album non proprio “immediati”, e attrice di un cortometraggio di non certo di facile impatto, quel Dust to Dust di Paladino, già salito agli onori del mondo. E chissà in quante altre cose si cimenta! L’intervista che abbiamo realizzato è fondamentale per comprendere motore, ingranaggi e lubrificante dell’arte di una vocalist capace di far nascere qualche brivido! E cosa si potrebbe volere di più da un musicista? Ascoltare in sequenza Chrysalis e Milioni di Lune significa appropriarsi di un po’ di vita di Paola, e nei due album si riassumono i piaceri, i dolori, i buoni propositi e la sua visione del mondo. Esiste una continuità, e poco contano le differenti modalità realizzative, i diversi  linguaggi utilizzati e una certa evoluzione della ritmica. Ciò che emerge è la necessità di creare uscendo dai canoni che altri hanno disegnato per noi, cercando strade alternative che nascono sul campo e non a tavolino, utilizzando nuove soluzioni armoniche che permettono l’inserimento di liriche profonde, e se il tutto viene percepito, se si avrà la capacità di entrare in sintonia con la proposta, nasceranno spontanei frammenti di elevazione verso una dimensione spirituale, dove parole e musica si fondono con lo scopo di creare atmosfere rarefatte e provocatrici di momenti catartici. La poesia e lo sconfinamento verso culture lontane dalla nostra sono elementi che colpiscono all’impatto. Musica che suscita immagini, paesaggi, emozioni e stati d’animo. Musica che ha colpito un mito come Peter Sinfield, presente in Milioni di Lune con una goccia che, se raccolta, potrà trasformarsi in un lago pieno di significati da cogliere, se si hanno sufficienti virtù e si è predisposti verso la conoscenza del nuovo. Per apprezzare i significati reconditi  che Paola e amici sottolineano sottovoce occorre mettere da parte per un attimo l’abitudine e l’attitudine, aprendosi ad un verbo nuovo, che non necessariamente diventerà immediatamente un porto sicuro, ma che potrà sorprendere per la capacità di coinvolgimento, e per la piena soddisfazione dell’anima. La voce ed i suoni penetrano, le parole modellano e insegnano, i colori e i disegni prendono forma, e milioni di luci illuminano il lato oscuro della luna… www.paolatagliaferro.it
Paola Tagliaferro L’INTERVISTA Nell’occasione del nostro primo incontro, quando hai curato insieme a Max Marchini il tour italiano di Greg Lake, era per me chiaro il tuo ruolo manageriale. Col passare del tempo ti ho scoperta sotto molteplici risvolti artistici, dalla musica al cinema: chi è nella sua essenza Paola Tagliaferro? Ho scoperto di avere qualche dote da manager proprio durante il tour italiano di Greg Lake: sono una sua fan e Marchini, che è il suo "uomo in Italia" e socio nella neo-rinata Manticore, mi ha coinvolto. In quella occasione, senza troppe difficoltà, ho trovato per loro alcune date e ho costruito due eventi particolari con la partecipazione della RAI. Greg è stato molto contento, tanto da inviarmi un mandato per collaborare ufficialmente al prossimo tour e ho accettato perché lui è un “Grande” che ha scritto le pagine più importanti della storia del rock progressive, ma soprattutto perché è una persona straordinaria e siamo diventati amici. Tuo partner artistico costante è Max Marchini: come nasce la collaborazione e il sodalizio musicale? Max Marchini è il mio partner artistico da cinque anni; ci siamo incontrati su myspace e da allora abbiamo scritto e pubblicato due CD e stiamo lavorando al terzo. Max è un ricercatore del suono oltre che un critico musicale e un produttore discografico, e io da subito mi sono trovata in perfetta sintonia con il suo concetto di musica, piuttosto ampio. Max mi ha “preso per mano” e portato dal mondo della fusion a quello dell’avanguardia, facendomi ascoltare molta, molta musica. Noi non proviamo, andiamo in sala e improvvisiamo. “ Milioni di lune “ è stato quasi completamente registrato alla “ prima”. Parole e melodie fluiscono naturalmente, attraverso la mia voce quando m’immergo nella sua musica, e così nascono molte delle nostre composizioni. Altre invece vengono prima scritte da me e poi rivestite con suoni meravigliosi da Max. Per noi è facile creare insieme, definirei il nostro un “incontro” fortunato. Guardandovi dall’esterno date l’impressione di un gruppo affiatato, e in questo ensemble inserisco anche Francesco Paladino: come entra nel gruppo? Francesco Paolo Paladino è amico di Max da molti anni  e hanno suonato insieme in alcune formazioni seminali come “A.t.r.o.x” e ancora prima “La Pattona” ed essendo più grande, penso sia stato proprio lui ad avvicinare Marchini ragazzino all’ascolto della musica “ colta “ e non commerciale.  Quando ha sentito il primo album, Chrysalis, ne è rimasto entusiasta. In “ Milioni di lune” è intervenuto direttamente nel missaggio finale dando il suo contributo al risultato ultimo. Insieme abbiamo lavorato bene, Francesco è organizzatissimo e preciso, cioè l’opposto di me e Max che ci perdiamo tra i suoni. Proviamo a tracciare l’elemento di continuità tra Chrysalis e Milioni di Lune: i due album possono essere concettualmente legati tra loro, almeno nelle vostre intenzioni? Chrysalis “è stato partorito in tre mesi in “un tornado” ! “Milioni di lune” invece è nato dopo due anni di lavoro, e direi che è l’evoluzione di Chrysalis, con meno ritmo e più musica acustica e improvvisazioni, più minimalista in un certo senso, più “basic”. Con quale criterio avviene la scelta della lingua? Esiste una musicalità maggiore di un idioma in funzione del brano creato? In “Milioni di lune” le lingue usate sono italiano, inglese e sanscrito. Sicuramente la scelta della lingua è legata al tipo di brano, alcune composizioni nascono in inglese e anche se in Italia preferiamo lasciarli nella lingua originale. Il mantra andava fatto in sanscrito, lingua che sto  studiando al Conservatorio di Vicenza nel Corso di laurea di  “Culture e tradizioni musicali extraeuropee” (canto druphad). Il mantra è un rito antico di 5000 dove il suono delle parole è molto importante. Come nasce la collaborazione con Pete Sinfield? Che cosa vi ha maggiormente colpito della sua arte? Max conosceva Peter Sinfield perché suo ammiratore e amico da molti anni. Peter Sinfield è uno tra i più grandi poeti viventi in lingua inglese, i suoi testi per i King Crimson e gli Emerson Lake & Palmer e le sue poesie toccano l’anima come solo la vera poesia può fare. Ricordo che Peter ascoltò la “ Notte di San Lorenzo” nella versione inglese e mi scrisse per farci i complimenti. Poi sapendo che io e Max, stavamo finendo un album, “Chrysalis” , ci autorizzò a musicare una delle sue poesie più belle “ Poem to a blue painting “, e ne rimase entusiasta. Per “ Milioni di lune “Peter ha scritto per noi un haiku, “ Blossom on the tree”, e successivamente l’abbiamo musicato e registrato con Angelo Contini - splendido trombone, completamente “free” - e Franz Soprani che ha aggiunto un secondo basso elettrico. Peter per ringraziarci della nostra produzione ha scritto una lettera pubblica su facebook elogiando la nostra “ Blossom on the tree “; nel mio sito www.paolatagliaferro.it è possibile leggerla. Le sue parole sono state per noi un’emozione immensa, che hanno dato un elevato senso alla nostra ricerca di Musica Nuova. (Il video http://youtu.be/ICtrumww-AQ) Come definiresti lo strumento “voce”? Per l’antica cultura indiana ( 3000 anni A.C.) la voce è lo strumento principale, e la voce è lo strumento naturale con cui mi esprimo artisticamente da quando avevo nove anni. Joan La Barbara, la grande ricercatrice americana, scrisse un album il cui concept era acutamente racchiuso nello stesso titolo: “The Voice Is The Original Instrument”… Dust to Dust”, il movie di Francesco Paladino, ti vede assoluta protagonista. La cosa che immediatamente mi ha colpito è la fotografia: che valore attribuisci all’immagine quando è necessario lanciare messaggi significativi? Dust to dust “è stata un’altra bellissima esperienza. Il medio metraggio scritto e diretto da Francesco Paladino è stato registrato nell’estate del 2012 a Piacenza. Io per la prima volta mi sono presentata all’obiettivo senza trucco, sotto il sole di agosto e sempre con scarpe senza tacco. Diciamo che mi sono “messa a nudo”, a completa disposizione dell’obiettivo di Paladino. In un film l’immagine è la cosa più importante, e direi che la “foto” di “Dust to Dust” è molto bella. Francesco è un regista geniale e la sua equipe incredibile. “Dust to dust” è stato selezionato e presentato fuori concorso al festival di Cannes e ha già vinto un primo premio a un festival del cinema di Padova. Viviamo in un mondo che altri hanno costruito per noi, e ci viene propinata musica che non abbiamo scelto: che cosa ci insegnano le altre culture se ci riferiamo al mondo dei suoni? Ma… può esistere una scissione rigida dei vari frammenti che compongono un modo espressivo? Il mondo nacque dal suono primordiale”, lo troviamo scritto negli antichi Veda… e per questo io penso che la musica possa rendere la vita molto più bella. La buona musica ti trascina in dimensioni nelle quali, noi, esseri umani limitati dal nostro fisico, ci dilatiamo con leggerezza, dove possiamo toccarci con gli altri, senza farci male, dove possiamo fonderci con gli altri senza paure. La musica per me è vita: non sono più una ragazzina e continuo a studiare musica, ad ascoltare musica a fare musica,  sperimentando con il suono che esce da me, ricercando il suono che c’è in me. La musica è un’emozione così grande e una gioia così grande che non trovo le parole per descriverla. Non penso che esista una scissione rigida tra i mondi espressivi: molti artisti hanno manifestato la loro creatività, con ottimi risultati, in varie discipline. E’ un fiume che ha bisogno di scorrere. Come e quando vi esibite dal vivo?  Quali sono le reazioni dell’audience? Io e Max ci siamo esibiti dal vivo sia con “Chrysalis”, che con “Milioni di lune”, sotto il moniker di “La compagnia dell’Es”, dove a parte me e Max vi confluiscono diversi musicisti che variano di volta in volta. La nostra dimensione live è all’insegna della musica spontanea, oltre l’improvvisazione,  un po’ come faceva Derek Beiley, per cui il pubblico che ci segue non è numeroso, ma preparato e ogni incontro è speciale e irripetibile. Proprio in questi giorni sto pensando a una nuova incarnazione della mia band con l’introduzione di una batteria creativa… wait & see! Che cosa ci può riservare per il futuro la squadra di cui fai parte? In futuro ci sarà sicuramente un nuovo cd con musiche mie e di Max Marchini, l’ennesima evoluzione che da“Milioni di lune” ci condurrà in nuove dimensioni ….  Organizzeremo concerti nostri e non solo, ci saranno nuove produzioni e forse … anche un nuovo film.

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