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Paolo Barnard: lettera a un imprenditore.

Creato il 04 giugno 2012 da Artigianauta
Paolo Barnard: lettera a un imprenditore.
Caro imprenditore, spero che una domenica pomeriggio nella calma del suo salotto lei possa dedicare trenta minuti a leggere questa mia. Il contenuto parla di quanto di più caro lei abbia fuori dall’ambito familiare: il suo lavoro, il suo investimento di una vita, e coloro che lavorano con, per, lei. Vi stanno distruggendo. E peggio: siete soli. Né Confindustria, né le vostre organizzazioni di rappresentanza hanno capito cosa è in atto nell’Unione Europea, non sanno o non vogliono capire, e infatti se ne vedono i risultati. Qui vorrei offrire a lei, e ai suoi omologhi, un contributo di comprensione, ma soprattutto di autodifesa e di riscatto. Le parlo di economia, il motore di tutto ciò che ci sostiene, senza il quale non solo i redditi e i fatturati, ma neppure i diritti sono possibili. La sua figura, ritengo, è oggi una chiave fondamentale per salvare l’Italia, la democrazia, il lavoro. I sindacati… devo trattenere il disprezzo per organizzazioni condotte da quadri dirigenti che sono quanto di più parrocchiale, ignorante e cinico questo Paese abbia prodotto fuori dalle Mafie. Veri ascessi del mondo del lavoro e nel futuro di milioni di lavoratori, traditori di una causa che fu nobile, venduti non ai ‘Padroni’, ma al proprio bieco opportunismo. Per questo faccio appello a voi imprenditori. Spero che voi, uomini e donne schiacciati fra la retorica defunta della sinistra e la distruttività apocalittica dei poteri sovranazionali, possiate intuire la validità di queste righe. Il mio lavoro ha per oltre dodici anni approfondito i temi di cui tratto qui. Nulla di quanto scrivo di seguito è frutto....................http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=345

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