Magazine Cultura

Paolo Migone, con “Italiani”, il vivere diventa ironia

Creato il 09 gennaio 2015 da Dfalcicchio

Paolo Migone

Foto Ufficio Stampa Teatro Manzoni 

Il sipario del Teatro Manzoni di Milano, dal 9 all’11 Gennaio, si apre e lascia intravedere una sedia, al centro, per lui: riccio, brizzolato, spettinato, camice bianco e….occhio nero.

Chi è? L’avrete indubbiamente intuito, amici lettori. E’ Paolo Migone.

Il comico di Zelig, noto al grande pubblico da anni e vincitore, nel 2012, del Delfino D’Oro alla carriera come miglior cabarettista dell’anno ritorna in scena, dopo Milano con un piccolo tour, con il suo nuovo spettacolo “Italiani!”. Un titolo-esortazione che suona quasi come una sveglia e che, in linea con lo stile del comico livornese, traccia un percorso narrativo che racconta virtù, eccessi, manie, abitudini vizi e cattiverie di noi italiani, dalla cronaca ai luoghi comuni, dalla politica alla vita di coppia e al rapporto con i figli.

Durante l’intervista con FlipMagazine, Migone ci svela, con il suo inconfondibile fare comico, come è nato il suo spettacolo.

“Da anni mi sono specializzato in tematiche che disegnano ironicamente il rapporto uomo-donna. Per scrivere, invece, questo spettacolo mi sono ispirato a mio figlio quindicenne e all’idea di futuro che questa nostra Italia riserverà a lui e a tanti altri giovani. Attraverso la mia ironia, in realtà, porto in scena un dispiacere, un malessere e preoccupazioni di padre, alternando momenti comici a attimi in cui mi incazzo davvero!”.

Nel corso della chiacchierata Migone prosegue: “Come comico mi sento di appartenere alla scuola di Pozzetto o di Villaggio (per citare solo i più noti). Un comico “di cervello” quindi: cerco idee, mi ispiro a momenti di vita quotidiana e ad aspetti che mi infastidiscono, li sviluppo e li rivisito secondo la mia chiave ironica.”

Un one-man-show che coinvolge il proprio pubblico sviscerando anche componenti sociologiche della società contemporanea.

“Dopo aver iniziato la mia carriera affiancato sul palcoscenico da Carlo Neri, collega e amico – abbiamo persino lo stesso tatuaggio! – non sono più riuscito a trovare un’altra persona che si avvicinasse al taglio della mia comicità. Anche nei miei laboratori rivolti ai giovani, faccio fatica a trovare nel fare comicità mente, creatività e idee nuove.”

Il suo modo di far ridere, invece, è una sorta di “alterazione genetica”, come lui stesso la definisce che (si spera!) esorta gli animi del pubblico a riflettere criticamente e con intelligenza ma, con il sorriso, sempre.

Eleonora Dafne Arnese

[email protected]


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :