Dal 24 gennaio al 1 marzo Villa Calvi di Cantù (CO) ospita una mostra dedicata alle serigrafie di Paolo Minoli, uno dei principali artisti comaschi del Novecento e probabilmente l’unico canturino ad avere avuto successo nel mondo dell’arte.
Se vi state chiedendo chi sia Paolo Minoli resterete delusi, perché in Internet non ho trovato alcuna informazione al riguardo e suoi manuali d’arte generici non compare il nome dell’artista canturino. Per saziare la vostra sete di conoscenza dovrei consultare manuali d’arte universitari, ma una povera studentessa di lettere come me non ha né i mezzi né il tempo necessari per compiere tale impresa.
Cosa sia la serigrafia è invece una materia alla mia portata. Il processo serigrafico moderno è una tecnica di stampa inventata da Samuel Simon nei primi del Novecento in Inghilterra e adottata da John Pilsworth a San Francisco (California) nel 1914 per comporre le prime stampe multicolore. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne molto popolare e venne impiegata per stampare bandiere e stemmi. E’molto utilizzata in campo artistico soprattutto nella pop art, uno dei suoi principali esponenti fu proprio Andy Warhol. La serigrafia è una tecnica di stampa artistica di immagini e grafiche, utilizzabile su qualsiasi supporto o superficie mediante l’impiego di un tessuto chiamato “tessuto di stampa”. Dopo aver deposto tale tessuto sul supporto da stampare si deposita l’inchiostro, che attraversa le aree libere del tessuto solo nelle zone desiderate. Viene utilizzato un tessuto differente per ogni colore che compone l’immagine da stampare. Il termine deriva dal latino seri (seta) e dal greco grafein (scrivere o disegnare), in quanto i primi tessuti impiegati come stencil erano di seta. Su Youtube sono disponibili svariati video che consentono di apprendere in modo immediato come funziona una serigrafia.
La mostra, che occupa il primo piano di Villa Calvi, è veramente piccola e si visita in poco tempo. Nonostante l’esposizione sia stata dedicata all’artista canturino, le opere di Minoli si contano sulle dita di una mano e sono più numerose le opere di alcuni artisti che hanno collaborato con lui, tra cui ricordiamo Carla Badiali, Aldo Galli, Max Huber, Mario Radice, Piero Dorazio, Bruno Munari, Mario Nigro e Luigi Veronesi. Nonostante queste piccole pecche non è il caso di giudicare negativamente la mostra perché bisogna valorizzare le iniziative dei piccoli paesi in ambito artistico, inoltre al visitatore non viene chiesto di pagare per avere accesso alla sala. E’ invece deplorevole il fatto che l’evento sia stato poco pubblicizzato ed è forse per questo motivo che i visitatori sono assai rari: uno dei custodi afferma infatti di aver accolto otto visitatori in un giorno e che spesso trascorrono intere giornate senza che si presenti nessuno.
Ritengo che questa piccola iniziativa canturina meriti di essere valorizzata e invito tutti i cittadini a spendere un’ora del loro tempo per visitare la piccola mostra di Villa Calvi.
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