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Eugenio Scalfari pubblica oggi su Repubblica un’intervista compiuta a papa Francesco, nel solco di quel “botta e risposta” che c’era stato tra il fondatore di Repubblica e il pontefice qualche mese fa. E papa Francesco sorprende anche questa volta per i toni fermi e netti sugli argomenti inerenti la Chiesa e la fede: “quando ho di fronte un clericale, divento anticlericale di botto. Il clericalismo non dovrebbe aver niente a che vedere con il cristianesimo. San Paolo che fu il primo a parlare ai gentili, ai pagani, ai credenti in altre religioni, fu il primo a insegnarcelo”. Il Papa confessa poi di agire molto nel solco del pensiero del Concilio Vaticano II, che però giudica un passo avanti non abbastanza significativo: “poco è stato fatto per aprire alla cultura moderna nel senso dell’ecumenismo religioso e del dialogo con i non credenti. Io ho l’umiltà e l’ambizione di volerlo fare”. Una critica molto terrena anche alla Chiesa: “molto spesso dominata dal temporalismo e molti membri e alti esponenti cattolici hanno ancora questo modo di sentire”. Accuse anche alla curia, che “vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali. Questa visione Vaticano-centrica trascura il mondo che ci circonda. Non condivido questa visione e farò di tutto per cambiarla”. Intanto, qualcosa sembra già essere cambiato: la Santa Sede conferma l’apertura e la trasparenza per quanto riguarda la sua banca e pubblica il bilancio 2012, il primo, dello Ior, che pur mancante di alcuni dettagli, permette di farsi il quadro di un’istituzione negli anni fin troppo poco trasparente e pulita. La rivoluzione del papa anticlericale Francesco comincia a fare effetto.