Esce il primo album di Papa Francesco. In tempi di Vatileaks, parlare di ascolti carbonari di canzoni in uscita fra qualche giorno fa quasi sorridere, ma tant’è, le abbiamo sentite e ne parliamo.
Esce il primo album di Papa Francesco, quindi. Detta così, magari, la notizia potrebbe anche far sorridere. L’album di un Papa, in fondo, non è cosa ritualissima, tanto per usare una parola attinente al suo mondo. Nel senso, album che raccolgono i discorsi dei pontefici ci sono da che è possibile incidere il suono, ma Wake Up!, questo il titolo, non è esattamente questo, ma un vero e proprio album, con dentro musica e parole, in poche parole, canzoni. Canzoni che ruotano intorno ai discorsi del Papa, o quantomeno da lì partono, è vero, ma pur sempre canzoni. E anche piuttosto belle.
Andiamo con ordine. L’idea di questo album, a cura di Don Giulio Neroni, produttore artistico del lavoro, sacerdote paolino e quindi votato alla comunicazione, nasce proprio in seguito al primo discorso di Papa Francesco, il giorno del suo insediamento al Soglio Pontificio. Del resto Don Giulio ha lavorato in precedenza anche a lavori analoghi sulle parole di Paolo VI, Giovanni Paolo II (con Giovanni Paolo I, si suppone, non ci sono stati i tempi tecnici) e Benedetto XVI: l’idea di trasferire dentro un album il verbo dei Papi non gli è affatto estranea. Parliamo di roba da milioni di copie vendute in tutto il mondo, per intendersi, altroché cantanti pop e rock. Quindi, quando Papa Francesco si è accomiatato dalla folla che si stringeva in Piazza San Pietro o stava incuriosita di fronte al televisore in ogni angolo del mondo con quel “ci vediamo presto, buonanotte e buon riposo”, così poco canonico, nella testa di Don Giulio, manager delle Edizioni Multimedia San Paolo, è nata l’idea di cominciare a ragionare su un album di Jorge Bergoglio.
Materiale di certo non ne è mancato, anche perché tutti i discorsi del capo della Chiesa viene puntualmente registrato dai microfoni di Radio Vaticana: si è solo trattato di scegliere i migliori, o semplicemente i più efficaci su traccia. Del resto, non è certo compito dello scrivente sottolinearlo, Papa Francesco ha, nel corso di questi due anni e mezzo, riscritto il modo di rapportarsi con la gente comune, abbattendo in maniera quasi violenta le barriere che da sempre separano il Capo della Chiesa dai suoi credenti, rendendo la comunicazione veloce, informale, diretta. Si pensi ai selfie, alle passeggiate senza scorta, alle visite dall’ottico, alle telefonate fatte a fedeli e puntualmente riportate dai media. Nei fatti Wake Up!, raccolta di discorsi del Sommo Pontefice, è un album di musica prog-rock, con venature anche pop, che potrebbe serenamente confrontarsi col mercato: in sostanza, mettere Papa Francesco a confronto coi nomi che solitamente troviamo su queste pagine o in testa alle classifiche.
Il concept degli undici brani è semplice. Si parte da uno dei discorsi più noti del Papa e da lì nasce una canzone. Il più delle composizioni porta la firma di Tony Pagliuca, tastierista storico de Le Orme, insieme a PFM e Banco del Mutuo Soccorso una delle band progressive più importanti in Italia e forse al mondo. Al suo fianco, a volte, Giuseppe Dati, firma di spicco del pop italico. A volte le musiche sono originali, in altre riscritture di canoni della musica sacra, rivisti e corretti in chiave moderna, prog-rock o pop, appunto. Le sfumature che i brani, di volta in volta, assumono, variano su temi che si possono ascrivere a quel genere, ma che sforano in world music, ambient (la prima traccia, Annuntio Vobis Guadium Magnum potrebbe stare a giusto titolo nel repertorio di Brian Eno) e altra musica colta (in alcuni casi si potrebbe riconoscere l’eco del basso di Morgan ai tempi dei Bluevertigo, o delle tastiere di Franco Battiato, come dell’organo che fu proprio del Pagliuca in seno a Le Orme).
Molto presente anche il pop, con strizzatine d’occhio al mercato sudamericano. Del resto il pubblico di riferimento non è certo solamente europeo, come dimostra bene la trasposizione del Cantico delle Creature, Cuidar el Planeta, che potrebbe stare tranquillamente in un album di Shakira, o il poppettone di Veni Sancte Spiritus. Non manca un tocco alla Chris Eckam, nel Salve Regina che potrebbe serenamente essere eseguito al Festival Au desert di Timbuktu da una delle band locali, così come ci sono canti gregoriani rivisti e aggiornati, Tu es Petrus, e c’è un tocco vagamente alla Frozen in Non lasciatevi rubare la speranza.
Wake up!, al pari dei selfie con la gente comune o delle foto che lo ritraggono in coda al self service della mensa vaticana è un tassello importante del percorso evangelico di Papa Francesco, non ci sono dubbi, ma è anche un disco a suo modo importante, ben scritto e suonato bene. Volendo essere altrettanto irrituali verrebbe da chiosare con uno slogan che il Pontefice, a cui sembra non mancare il senso dell’umorismo, potrebbe far proprio per il lancio del disco, previsto il prossimo 13 novembre: “Esce Wake Up!, primo lavoro di Papa Francesco, un disco suonato da Dio!”.
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