Confesso di avere passato l’ora di cena a fissare prima il comignolo con il gabbiano sopra e poi la finestra della Basilica di San Pietro. Confesso di essermi emozionato all’annuncio della designazione del nuovo papa. Un gesuita argentino “cresciuto” in mezzo ai poveri del sud america: i cardinali elettori hanno trovato il papa giusto alla fine del mondo. Non uno dei più giovani “papabili” con i suoi settantasette anni, ma si vede che la tempra ce l’ha.
Francesco I mi è già simpatico: si è affacciato e ha salutato la folla con un mesto ed educato “fratelli e sorelle buonasera” ricordando nelle prime parole la figura di Benedetto XVI che lo ha preceduto. Giusto per placare l’euforia della piazza ha fatto pregare tutti: un bel pater noster e un’ave maria. Non ha fatto proclami. Ha chiesto la benedizione della preghiera del popolo prima che desse la sua benedizione Urbi et Orbi.
Come inizio promette bene…