Il Santo Padre ha invitato i coreani a essere solidali con i più deboli, nonché a “respingere con fermezza una mentalità fondata sul sospetto, sul contrasto e sulla competizione, e a favorire piuttosto una cultura plasmata dall’insegnamento del Vangelo e dai più nobili valori tradizionali del popolo coreano. Usate l’impegno evangelico per i disagiati, per gli emarginati, per quanti non hanno lavoro o sono esclusi dalla prosperità di molti”.
Prima di ripartire, Francesco I ha incontrato un gruppo di rappresentanti di diverse religioni presenti in Corea, e ha affermato che la prima benedizione del viaggio coreano è stata “la presenza dei tanti giovani pellegrini provenienti da tutte le parti dell’Asia”.