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Paragonare Berlusconi a Enrico Mattei?!? Chi altri poteva riuscire in quest’audace impresa se non un Gelmini-boy?

Creato il 06 novembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il comunicato del laboratorio Polide di via Palestro 42, ripercorrendo la conferenza dell’ex coordinatore del Pdl Mino Jotta, ricorda non solo il paradossale paragone tra Enrico Mattei e Silvio Berlusconi (in realtà però Mattei incentivava la ricerca di gas nella Val Padana, Berlusconi ha fatto sin troppi affari con Putin, chiuso in una stanza alla faccia della trasparenza). Interessante anche il particolare della cacciata del rio Quinzani ad opera della Brambilla. Come si sarà sentito Ferdinando Quinzani? Credo che il futuro del centrodestra dipenda più da giovani capaci come Quinzani che da personaggini come la Brambilla. Segue il comunicato sulla Jotta-soirée, ricordando che Jotta è un Gelmini-boy, un seguace della corrente dell’ex ministro.

Paragonare Berlusconi a Enrico Mattei?!? Chi altri poteva riuscire in quest’audace impresa se non un Gelmini-boy?

In maglione azzurro Mino Jotta fra Roberto Vitali e il moderatore Agostino Melega

Pubblico attento e interessato, ieri sera al laboratorio politico-culturale Polide di via Palestro, per la conferenza tenuta dall’ex segretario del Pdl Mino Jotta. Jotta, che ha esordito adattando una celebre frase di Enrico Mattei (“L’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono”) all’operazione di Silvio Berlusconi quando nel 1994 fondò Forza Italia. Un partito che Jotta ha definito “nuovo rispetto al panorama dell’epoca”. Jotta, davanti a lui, sul tavolo, una copia del ‘Libro nero del comunismo’ (“che mi ha donato personalmente Berlusconi”), ha quindi letto per sommi capi il manifesto fondante di Forza Italia: una politica estera atlantista, la volontà di catalizzare i moderati e di portare avanti una contrapposizione netta tra destra e sinistra, una visione liberal-democratica della politica e della società, e una aderenza a livello europeo al Ppe. Jotta, stuzzicato dalle domande, spesso provocatorie, arrivate dai presenti, non si è scomposto difendendo a spada tratta Berlusconi rispetto per esempio alle “attenzioni” che la magistratura gli riserva da anni e riguardo alle “illazioni e alle dietrologie” su mafia e nascita di Forza Italia e sul lavoro di Publitalia ’80 sul nostro territorio all’inizio degli anni Novanta alla ricerca di potenziali candidati per il nascente movimento politico. E poi ancora sull’acquisto di  Telemilano da parte del Cavaliere: “Lo fece pensando già alle reti televisive che avrebbe creato successivamente” e che lo avrebbero portato a consolidare un grosso impero mediatico.
Jotta esprime anche un parere sul governo Monti. “Sono convinto che la gente lo apprezzi  per una ragione semplice, nonostante i sacrifici che è costretta a fare: Monti quando dice che si deve fare una cosa la fa”.
Tanti i forzanovisti locali della prima ora che successivamente hanno abbandonato il movimento. Jotta è categorico: “Hanno legittimamente scelto di intraprendere percorsi diversi”. Ma su Quinzani in particolare, una nota polemica: “Fece una sua lista e al ballottaggio si accordò con Corada, per poi alla fine essere cacciato dai Circoli della Libertà di Michela Brambilla dalla stessa Brambilla”. Infine una battuta sulle primarie: “Si tratta di una pratica che il centrodestra non ha mai utilizzato. Se devono essere l’occasione per il rilancio della coalizione, lo stesso obiettivo lo si può raggiungere in altro modo”.
Il prossimo appuntamento, il terzo dopo Pezzoni e Jotta, con “Scomporre la storia” è per il 19 novembre, sempre alle 21 presso Polide, quando l’ex presidente della Provincia Giuseppe Torchio parlerà del Partito popolare italiano, da Martinazzoli a Castagnetti.


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