Paragone: ''La Rai non regge il nuovo, su La7 sarò più libero''

Creato il 10 luglio 2013 da Digitalsat

«Il problema è che l'attuale dirigenza Rai non regge i nuovi linguaggi. Vedi le loro facce e capisci subito che uno con l'orecchino e la chitarra destabilizza». Non usa molta diplomazia Gianluigi Paragone, che lascia la tv pubblica per condurre su La7 un talk il mercoledì in prima serata sulla scia de L'ultima parola, il programma di Rai2 che, in onda dal 2010, ha più volte ha rischiato di finire in soffitta.

«Parlerò soprattutto di quello di cui in Rai non volevano che parlassi - dice all'ANSA -. Basta vedere da dove vengono i vertici Rai per capire che era difficile parlar male delle banche o fare un programma antieuro». «Non voglio far polemiche, l'importante è aver trovato un editore che è in grado di riconoscere un prodotto giovane e moderno», aggiunge Paragone che è al lavoro con la sua squadra per il nuovo format, un produzione interna di La7 che dovrebbe vedere il via a settembre per lasciare spazio in primavera alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi.

Paragone è il nuovo acquisto della rete di Urbano Cairo, insieme a Salvo Sottile, che condurrà un programma di cronaca il martedì in prima serata. Porterà con sè la chitarra d'ordinanza e i suoi ospiti staranno rigorosamente in piedi. «È un concept rockettaro, non ho mai visto un rocker seduto», spiega. «Manterrò il linguaggio dell'Ultima Parola - prosegue -. È un esperimento televisivo ancora molto giovane e di metterlo in soffitta non mi va. Del resto è uno dei motivi del mio passaggio a La7».

In Rai, in effetti, il talk, nonostante i buoni risultati di ascolto con share sempre in doppia cifra, non sembrava particolarmente amato dai vertici. I tentativi di portarlo in prima serata, se si escludono le serate speciali, sono sempre falliti e, nonostante fosse stato confermato negli ultimi palinsesti, la sua presenza è parsa sempre a rischio. «Volevano farmi fare un programma musicale - afferma il giornalista -. È scritto nelle lettere che mi hanno inviato, nessun dirigente può negarlo». Paragone, un passato da direttore della Padania e vicedirettore prima di Rai1 e poi di Rai2, preferisce non parlare del peso della lottizzazione a Viale Mazzini. «Non mi posso permettere di fare la verginella», ammette.

Quando però gli si fa notare che Luigi Gubitosi rivendica la lontananza dai partiti non resiste: «A me risulta che il dg sia andato a mangiare a colazione con Gasparri e Romani». «Comunque credo che in Rai ci sia soprattutto un problema di linguaggio - dice ancora -. La dirigenza vuole la contaminazione con il web, ma non sa di cosa parla. Loro hanno il diritto di interpretare il servizio pubblico in questo modo, ma non è detto che abbiamo ragione, altrimenti non si spiegherebbero i flop degli approfondimenti economici in onda nell'ultimo periodo».

Nel mirino finiscono i nuovi format di informazione, come appunto il programma di economia 2Next e La guerra dei mondi di David Parenzo, che non hanno brillato negli ascolti. «È un modo di raccontare che ha anestetizzato il pubblico - sostiene -. Ma qualcuno è convinto davvero che ci sia un conflitto generazionale? La realtà è che tutti sono sulla stessa barca. Questa Rai è davvero lontana dalla realtà».


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