«Parlerò soprattutto di quello di cui in Rai non volevano che parlassi - dice all'ANSA -. Basta vedere da dove vengono i vertici Rai per capire che era difficile parlar male delle banche o fare un programma antieuro». «Non voglio far polemiche, l'importante è aver trovato un editore che è in grado di riconoscere un prodotto giovane e moderno», aggiunge Paragone che è al lavoro con la sua squadra per il nuovo format, un produzione interna di La7 che dovrebbe vedere il via a settembre per lasciare spazio in primavera alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi.
Paragone è il nuovo acquisto della rete di Urbano Cairo, insieme a Salvo Sottile, che condurrà un programma di cronaca il martedì in prima serata. Porterà con sè la chitarra d'ordinanza e i suoi ospiti staranno rigorosamente in piedi. «È un concept rockettaro, non ho mai visto un rocker seduto», spiega. «Manterrò il linguaggio dell'Ultima Parola - prosegue -. È un esperimento televisivo ancora molto giovane e di metterlo in soffitta non mi va. Del resto è uno dei motivi del mio passaggio a La7».
In Rai, in effetti, il talk, nonostante i buoni risultati di ascolto con share sempre in doppia cifra, non sembrava particolarmente amato dai vertici. I tentativi di portarlo in prima serata, se si escludono le serate speciali, sono sempre falliti e, nonostante fosse stato confermato negli ultimi palinsesti, la sua presenza è parsa sempre a rischio. «Volevano farmi fare un programma musicale - afferma il giornalista -. È scritto nelle lettere che mi hanno inviato, nessun dirigente può negarlo». Paragone, un passato da direttore della Padania e vicedirettore prima di Rai1 e poi di Rai2, preferisce non parlare del peso della lottizzazione a Viale Mazzini. «Non mi posso permettere di fare la verginella», ammette.
Quando però gli si fa notare che Luigi Gubitosi rivendica la lontananza dai partiti non resiste: «A me risulta che il dg sia andato a mangiare a colazione con Gasparri e Romani». «Comunque credo che in Rai ci sia soprattutto un problema di linguaggio - dice ancora -. La dirigenza vuole la contaminazione con il web, ma non sa di cosa parla. Loro hanno il diritto di interpretare il servizio pubblico in questo modo, ma non è detto che abbiamo ragione, altrimenti non si spiegherebbero i flop degli approfondimenti economici in onda nell'ultimo periodo».
Nel mirino finiscono i nuovi format di informazione, come appunto il programma di economia 2Next e La guerra dei mondi di David Parenzo, che non hanno brillato negli ascolti. «È un modo di raccontare che ha anestetizzato il pubblico - sostiene -. Ma qualcuno è convinto davvero che ci sia un conflitto generazionale? La realtà è che tutti sono sulla stessa barca. Questa Rai è davvero lontana dalla realtà».