Magazine Talenti

paragoni

Da Guchippai
paragoni

in passato mi sono sempre fregata facendo paragoni; a prescindere dall'argomento, ogni volta che confrontavo me stessa con qualcun altro, mi trovavo in difetto. tanto per peggiorare le cose, dopo aver constatato la mia inferiorità, partivano tutte le pippe del caso (che io a massacrarmi da sola sono sempre stata bravissima), e allora vai di "sono un fallimento", "faccio veramente schifo", ecc. i miei figli, che invece sono paraculi di nascita, usano i paragoni sempre a loro vantaggio. se, per esempio, li rimprovero perchè hanno preso 4 in matematica, loro controbattono che il loro compagno Gigi ha preso 3. è chiaro che se uno i paragoni li fa con chi è peggiore, anzichè deprimersi come facevo io, caso mai si consola. ora, immagino che una persona matura i paragoni non li dovrebbe proprio fare, nè in un senso nè nell'altro, perchè il succo è sempre il solito: che noi contiamo per quello che siamo e che ciascuno di noi ha il proprio talento, che non deve necessariamente essere lo stesso degli altri, sennò saremmo tutti uguali e sai che palle. del resto, la mia presunta inferiorità non mi ha certo impedito di vivere una vita serena e di avere alcune soddisfazioni, e se non è questa la dimostrazione che erano tutte pippe mentali, non so cos'altro possa esserlo. la serenità passa necessariamente dall'accettazione dei propri limiti, il che non vuol dire adagiarvisi, ma nemmeno vederli come il marchio dell'infamia. perciò adesso non faccio più paragoni; mi limito ad osservare, a volte traggo delle conclusioni, sempre cerco di sfruttare al massimo i miei punti di forza anzichè deprimermi per quei miei limiti. e devo dire che, tutto sommato, me la sto cavando bene.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazine